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- Teatro. Testi e traduzioni di Giovanni Raboni conta 1266 pagine e include sia le sue opere drammatiche sia la traduzione di grandi classici.
- Raboni ha tradotto 14 capolavori teatrali da autori come Molière e Racine, intrecciando abilmente poesia e teatro.
- Il suo approccio alla traduzione è un vero atto creativo che offre una nuova prospettiva sui testi originali.
Esce nella collana “Oscar Moderni Baobab” di Mondadori Teatro. Testi e traduzioni di Giovanni Raboni. Curata da Massimo Natale, offre un’ampia panoramica della scrittura scenica di un poeta che ha saputo fondere la lirica con il dramma, creando un dialogo continuo tra queste due forme d’arte.
Il volume, che conta ben 1266 pagine, raccoglie le opere teatrali di Raboni, tra cui Rappresentazione della Croce (2000) e Alcesti o La recita dell’esilio (2002), insieme a quattordici traduzioni di capolavori teatrali, antichi e moderni. Le traduzioni sono organizzate per autore e creano una sorta di “arcipelago” che permette al lettore di intercettare le influenze e le affinità tra i vari testi.
La traduzione come atto creativo
Le traduzioni di Raboni non sono semplici trasposizioni linguistiche, ma veri e propri atti creativi che riflettono la sua profonda comprensione del teatro e della cultura da cui questi testi provengono. Tra le opere tradotte, troviamo grandi classici del teatro francese come Molière e Racine, ma anche autori più moderni come Maeterlinck e Claudel. La scelta di tradurre opere di autori così diversi dimostra la versatilità di Raboni e la sua capacità di adattare il proprio stile a contesti culturali e temporali differenti. Un esempio significativo è la traduzione del Don Giovanni di Molière che Raboni affronta con una sensibilità particolare, fino a generare un dialogo naturale tra l’opera originale e la sua interpretazione. Un approccio che non solo arricchisce il panorama teatrale italiano, ma offre anche una nuova prospettiva sui testi originali, permettendo al pubblico di riscoprire classici intramontabili attraverso una lente contemporanea.
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Un ponte tra lirica e dramma
Raboni integra le opere teatrali nel suo percorso poetico, con una fusione che ad esempio è evidente in opere come Rappresentazione della Croce. In quest’ultima la struttura drammatica si intreccia con temi poetici, con un effetto di circolarità che abbraccia l’intera produzione letteraria dell’autore. L’influenza di T.S. Eliot è particolarmente evidente in tale contesto, non solo per l’adozione di una struttura in versi, ma anche per l’approccio assiologico che riduce la distanza tra passato e presente. Raboni vede nel teatro una forma di espressione capace di riflettere la complessità della vita moderna, un luogo dove mito e storia si incontrano per esplorare temi universali come la violenza e la politica. Questo è particolarmente evidente in Alcesti o La recita dell’esilio, dove il mito greco viene reinterpretato alla luce della storia contemporanea, in un dialogo tra il passato e il presente che invita il pubblico a riflettere sulle dinamiche sociali e politiche del nostro tempo.
Per orientarsi fra testo e contesto
La pubblicazione della raccolta Teatro di Raboni rappresenta una grande opportunità per comprendere la complessità dell’opera del poeta e il suo contributo al panorama letterario e teatrale del Novecento. La sua capacità di fondere poesia e teatro, di tradurre e reinterpretare opere classiche e di affrontare temi universali attraverso una lente contemporanea conferisce particolare rilevanza al suo lavoro. Raboni non è solo un poeta o un traduttore, ma un mediatore culturale che valorizza le connessioni tra diverse forme d’arte e a riflettere sul ruolo del teatro come istituzione fondante per il vivere civile. Le sue opere ci ricordano che il teatro è un mezzo per comprendere le complessità della vita umana e le dinamiche sociali che la governano.