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Il ritorno dei Cure nel segno della poesia decadente dell’Ottocento

Dopo 16 anni di attesa, la band britannica pubblica un nuovo album in cui la canzone di apertura si ispira ai versi del poeta Ernest Dowson.
  • Dopo 16 anni, i Cure tornano con un nuovo album intitolato «Songs of a lost world».
  • Il primo singolo «Alone» è ispirato a una poesia di Ernest Dowson e sarà l'overture del nuovo album.
  • Il design dell'album è stato curato da Andy Vella, con una copertina che presenta una scultura del 1975 di Janes Pirnat.

Dopo una lunga attesa di 16 anni, i Cure tornano sulla scena musicale con il loro 14° album in studio, Songs of a lost world, la cui uscita è prevista per il 1° novembre. Questo nuovo progetto segna un momento significativo per la band, che non pubblicava un album di inediti dal 2008, anno di 4:13 Dream. Durante il recente tour mondiale, che ha toccato 33 paesi con 90 date e ha richiamato oltre 1 milione e 300 mila fan, alcuni dei brani inediti del nuovo album sono stati già eseguiti dal vivo.

Il primo singolo estratto dall’album, Alone, è stato scelto per aprire ogni concerto del tour e sarà anche l’overture del disco. Disponibile su tutte le principali piattaforme digitali, Alone è una riflessione sulla solitudine, tema caro al leader dei Cure, Robert Smith. Smith ha spiegato che questa canzone è stata la chiave che ha sbloccato l’intero disco: «Una volta registrata, ho capito che sarebbe stata perfetta per aprire l’album. E da lì, tutto ha preso forma». Di seguito, ecco il testo della canzone:

This is the end of every song that we singThe fire burned out to ash andThe stars grown dim with tearsCold and afraidThe ghosts of all that we’ve beenWe toast, with bitter dregs, to our emptiness
And the birds falling out of our skiesAnd the words falling out of our mindsAnd here is to love, so much loveFalling out of our livesHopes and dreams are goneThe end of every song
And it all stops we were always sure thatWe would never change and it all stopsWе were always sure that wеWould stay the same but it all stopsAnd we close our eyes to sleepTo dream a boy and girlWho dream the world is nothing but a dream
Where did it go? Where did it go?
Broken voiced lament to call us homeThis is this end of every song we sing
Where did it go? Where did it go?Where did it go? Where did it go?
Broken voiced lament to call us homeThis is the end of every song we sing alone

Ernest Dowson, il poeta a cui si ispira Alone

La canzone Alone trae ispirazione dalla poesia Dregs di Ernest Dowson, un poeta del decadentismo di fine Ottocento. In particolare, Smith cita il verso «This is the end of every song that we sing» nella prima strofa di Alone. Dowson esplorava temi come l’amore non corrisposto, l’invecchiamento inevitabile e la vulnerabilità dell’esistenza. Nonostante la sua breve esistenza, conclusasi a soli 33 anni nel 1900, è celebre per alcuni suoi componimenti poetici, come Vitae Summa Brevis e Non sum qualis eram bonae sub regno Cynarae. Ecco il testo della poesia Dregs:

The fire is out, and spent the warmth thereof,
(This is the end of every song man sings!)
The golden wine is drunk, the dregs remain,
Bitter as wormwood and as salt as pain;
And health and hope have gone the way of love
Into the drear oblivion of lost things.
Ghosts go along with us until the end;
This was a mistress, this, perhaps, a friend.
With pale, indifferent eyes, we sit and wait
For the dropped curtain and the closing gate:
This is the end of all the songs man sings.

Cosa ne pensi?
  • Finalmente il ritorno dei Cure! 🎉 Ma non solo......
  • 16 anni di attesa per questo? 🤔 Scopri di più......
  • L'ispirazione poetica di Robert Smith è affascinante perché......

Le collaborazioni per il nuovo album

Songs of a lost world è frutto della mente creativa di Robert Smith, che ne ha curato la scrittura, l’arrangiamento, la produzione e il mixaggio insieme a Paul Corkett. La formazione corrente dei Cure vede, oltre a Smith (vocals, guitar, bass, keyboards), la presenza di Simon Gallup (bass), Jason Cooper (drums, percussion), Roger O’Donnell (keyboards) e Reeves Gabrels (guitar). L’album è stato prodotto nei Rockfield Studios, situati in Galles.

Per la parte visiva del progetto, Smith si è avvalso del talento di Andy Vella, loro storico collaboratore, che ha realizzato il design e la grafica dell’album. La copertina presenta una scultura del 1975 creata da Janes Pirnat, intitolata Bagatelle. Questa scelta sottolinea ulteriormente il tema della solitudine e della perdita, elementi centrali nel nuovo lavoro dei Cure.

Prima di Songs of a lost world, l’ultimo disco in studio della band era stato 4:13 Dream, che risale al 2008. Nel corso degli anni, Robert Smith aveva promesso un’opera gemella per il 2014, intitolata 4:14 Scream, ma il progetto non è mai stato realizzato a causa di pressioni commerciali e cambiamenti nella formazione della band. Smith ha dichiarato di aver attraversato un periodo di crisi creativa, durante il quale non ha scritto nulla di nuovo. Un periodo che adesso, con Alone e il nuovo album, sembra essersi interrotto.

Per orientarsi fra testo e contesto

La scelta di un poeta come Ernest Dowson, oltre a essere stata dettata da una sintonia sui temi, si colloca su un comune sfondo di abusi di alcol e stupefacenti. Il poeta infatti è morto in giovane età probabilmente a causa di una cirrosi epatica dovuta al bere. Di Robert Smith sono noti gli eccessi che, per sua fortuna, non lo hanno portato alla tomba anzitempo. Oggi, a 65 anni, la sua vena artistica è tutt’altro che esaurita, sebbene per ritrovarla sia dovuto andare a scovare un autore decadente della tarda letteratura vittoriana. Segno che la solitudine non è una condizione esclusiva dei giorni nostri.


Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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