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Un viaggio nei luoghi di Caravaggio con Vania Colasanti

Napoli, Roma, Malta, Siracusa e Porto Ercole: il libro di Vania Colasanti ripercorre i luoghi che hanno segnato la vita e l'arte di Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come Caravaggio. Un'immersione storica e artistica arricchita da fotografie evocative.
  • Napoli: Caravaggio visse e dipinse opere come La flagellazione e Sette opere di misericordia. La città offriva libertà e committenti generosi.
  • Locanda del Cerriglio: Nel 1609, Caravaggio fu aggredito da quattro uomini fuori da questa locanda, un evento mai del tutto chiarito.
  • Palazzo Cellammare: Ultimo soggiorno napoletano di Caravaggio, ospite della marchesa Costanza Colonna.

Napoli, Roma, Malta, Siracusa e Porto Ercole sono le tappe fondamentali della vita e della creazione artistica di Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come Caravaggio (1571-1610). Questi luoghi sono stati ripercorsi, quattro secoli dopo, dalla giornalista Vania Colasanti nel suo libro Inseguendo Caravaggio (Baldini+Castoldi, 176 pagine, 19 euro), arricchito dalle fotografie di Gina De Bellis. L’autrice ci guida attraverso i luoghi in cui il pittore ha soggiornato, rivivendo le suggestioni e le ispirazioni che hanno alimentato la sua arte. Immagina i vicoli e le taverne frequentate da Caravaggio, dove le tracce delle Madonne scalze, dei santi, dei popolani e degli angeli immortalati nei suoi quadri sono ancora visibili.

Quale città era cara a Caravaggio? Secondo Colasanti, Napoli era il luogo dove Caravaggio visse e dipinse come un uomo libero, lontano dagli ambienti romani e dalla condanna a morte che pendeva sulla sua testa. Del periodo napoletano ci sono giunte opere come La flagellazione del 1607, destinata alla chiesa di San Domenico Maggiore e ora conservata al Museo di Capodimonte, Il martirio di Sant’Orsola alle Gallerie d’Italia in via Toledo, e Sette opere di misericordia sull’altare della chiesa del Pio Monte in via Tribunali. In quest’ultimo quadro compare una donna che allatta un vecchio, una scena che solo a Napoli poteva essere realizzata senza conseguenze. I committenti napoletani pagavano Caravaggio molto bene, e questo lo incentivava a rimanere.

Le tracce di Caravaggio a Napoli

Due sono i luoghi partenopei dove Vania Colasanti ha ritrovato tracce caravaggesche. Il primo è la locanda del Cerriglio, attiva al civico 3 dell’omonimo vicolo. Il nome deriva probabilmente dal vecchio proprietario, ‘o ricciulillo, o forse dalle “ceriglie”, querce che delimitavano la zona lambita dal mare. All’interno, le pareti sono rimaste le stesse, come le arcate. All’esterno, nel 1609, avvenne un’aggressione a Caravaggio da parte di quattro uomini, che lo sfregiarono. Il motivo non è mai stato appurato: forse una vendetta personale, forse sicari inviati per regolare un conto in sospeso. La locanda è anche il luogo in cui sono ambientate le Sette opere di Misericordia. La trattoria a sinistra del dipinto indica l’oste che invita i pellegrini a entrare nel locale, e sull’edificio a destra è stata ritrovata la stessa grata raffigurata per la visita ai prigionieri.

Il secondo luogo napoletano è Palazzo Cellammare in via Chiaia, dove Caravaggio fu ospite della marchesa Costanza Colonna nel suo ultimo soggiorno napoletano. Inizialmente si pensava che Caravaggio fosse morto a Procida, ma il nunzio apostolico del regno di Napoli, Deodato Gentile, scrisse una lettera al cardinale Scipione Borghese, nipote del Papa, rettificando che il povero Caravaggio non era morto a Procida, ma a Porto Ercole.

Il viaggio di Caravaggio attraverso le città

Il libro di Vania Colasanti ci porta anche attraverso le pieghe della Roma contemporanea e delle altre città attraversate dall’artista nel suo peregrinare. La narrazione, affabulatoria e storicamente accurata, è condotta sulla base di fonti documentarie come le biografie del pittore e gli atti processuali di cui fu protagonista. Un amoroso pedinamento che ci invita a ritrovare, al fianco dell’autrice, le tracce visibili dell’epoca caravaggesca.

Al civico 19 del vicolo del Divino Amore, nel Seicento chiamato vicolo di San Biagio, si trovava l’edificio dove Caravaggio prese dimora nel 1604. Al numero 22 dello stesso vicolo, la cornice marmorea del portone è identica a quella dipinta da Michelangelo Merisi nella Madonna dei Pellegrini, con le mondane fattezze della modella Lena. Inseguiamo il pittore, descritto come un “giovenaccio grande, con poca barba negra”, e l’amata Lena attraverso i vicoli del centro, fino a piazza Navona, dove la casa della donna è inglobata nell’attuale Palazzo Pamphilj.

Per orientarsi fra testo e contesto

Il libro offre un viaggio affascinante e dettagliato attraverso i luoghi che hanno segnato la vita e l’opera di Caravaggio. Non solo permette di rivivere le atmosfere e le suggestioni che hanno ispirato il pittore, ma offre anche uno sguardo nuovo e approfondito sulla sua figura e sulla sua arte.

Per i lettori occasionali, un consiglio di lettura correlato potrebbe essere La vita di Caravaggio di Giovanni Baglione, una delle prime biografie del pittore, che offre un’interessante prospettiva contemporanea sulla sua vita e le sue opere. Per i lettori più esperti, invece, potrebbe essere interessante approfondire il contesto storico e artistico del periodo con Caravaggio e i caravaggeschi di Roberto Longhi, un’opera fondamentale per comprendere l’influenza di Caravaggio sui suoi contemporanei e sui successivi sviluppi dell’arte barocca.


Articolo scritto al 99% dall’AI, con una correzione opzionale da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il contenuto dall’articolo.(scopri di più)
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