Un libro rilegge i processi a Craxi e la stagione di Mani Pulite

Il libro Damnatio memoriae. Mani Pulite e i processi a Bettino Craxi (libertatesLibri) di Fabio Florindi e Roger Locilento rappresenta una svolta nella bibliografia dedicata ai processi di Mani Pulite. A trent’anni di distanza, i due autori, un giornalista pescarese (Floridi) e un avvocato romano (Locilento), offrono una rilettura dettagliata e critica delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’ex leader socialista. Attraverso un’analisi meticolosa di migliaia di carte processuali, Florindi e Locilento ricostruiscono l’atmosfera in cui maturarono le inchieste, mettendo in luce elementi spesso trascurati o distorti.

Dalla loro analisi emerge che non esiste un documento che inchiodi direttamente Craxi. Le sentenze di colpevolezza sono state emesse principalmente sulla base di testimonianze, spesso rese da coimputati che cercavano di sminuire le proprie colpe. Molti di questi testimoni, sfruttando le leggi dell’epoca, riferirono le accuse solo ai pubblici ministeri, impedendo alla difesa di contro-interrogarli. Questo punto costerà all’Italia una condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo nel 2002 per il processo Eni-Sai che coinvolse Craxi.

Finanziamento illecito ai partiti, prassi comune

La prassi del finanziamento illecito ai partiti era accettata come normale da tutti i partiti dell’arco costituzionale. Craxi ammise di conoscere il meccanismo, ma rigettò le accuse di corruzione e concussione su episodi specifici. Alcuni passaggi delle sentenze riportate nel libro sembrano richiamare periodi bui della storia. La Corte d’Appello di Milano, confermando la condanna nel processo della Metropolitana Milanese, scrisse: «In questo processo non è risultato che Craxi abbia sollecitato contributi al suo partito né li abbia ricevuti a sue mani, ma questa circostanza potrebbe avere valore estetico e nulla significa per l’accertamento della responsabilità penale».

La Cassazione aggiunse: «La prova della attribuibilità di singoli fatti storici reati a un soggetto può essere ricavata anche da argomentazioni logiche». Se la magistratura avesse affrontato il problema della corruzione e del finanziamento illecito della politica in modo più equilibrato, oggi forse parleremmo di un’altra storia. L’uso indiscriminato della carcerazione preventiva, l’abuso di testimonianze rese solo ai pubblici ministeri e mai ripetute in aula, l’impossibilità per la difesa di contro-interrogare gli accusatori e le scarcerazioni dopo aver fatto alcuni nomi sono elementi che hanno distorto e forzato i processi, incanalandoli in una direzione discutibile.

Per orientarsi fra testo e contesto

Il libro Damnatio memoriae. Mani Pulite e i processi a Bettino Craxi di Florindi e Locilento offre una rilettura critica e dettagliata dei processi che hanno coinvolto il leader socialista, mettendo in luce le distorsioni e gli abusi che hanno caratterizzato queste vicende giudiziarie. Per i lettori occasionali interessati a questi temi, consigliamo la lettura di Mani Pulite: La vera storia di Gianni Barbacetto, Peter Gomez e Marco Travaglio, che offre un punto di vista totalmente diverso sul periodo di Mani Pulite. Per i lettori esperti, suggeriamo di approfondire la lettura con Il sistema della corruzione di Donatella Della Porta e Alberto Vannucci, che analizza in modo approfondito le dinamiche della corruzione politica in Italia.