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- Il libro di Philippe Boxho, La parola ai morti, ha venduto un milione di copie nel 2024 tra Francia e Belgio.
- Boxho ha condotto oltre 3.000 autopsie nel corso della sua carriera, trasformando i cadaveri in testimoni silenziosi.
- Strano destino quello di un medico legale che da giovane voleva farsi prete.
Philippe Boxho è un medico legale e criminologo belga con oltre trent’anni di esperienza. Il suo libro La parola ai morti. Indagini di un medico legale, un successo editoriale in Francia e Belgio, è stato tradotto in Italia da Ponte alle Grazie. Il testo è un’immersione nel mondo della medicina legale attraverso gli occhi di Boxho. Si distingue per la sua capacità di trasformare casi reali in racconto avvincenti, combinando la precisione della pratica medica con l’intrigo delle indagini poliziesche. Boxho, noto per il suo approccio ironico e il suo talento nel rendere accessibili argomenti complessi, ha saputo catturare l’interesse di un vasto pubblico, dimostrando che la realtà può essere tanto affascinante quanto la finzione.
Chi è Philippe Boxho
Philippe Boxho dirige dal 2001 l’Istituto di Medicina legale dell’Università di Liegi e attualmente è presidente del Centre Hospitalier Universitaire di Liegi. Su Wkipedia si legge che «da giovane avrebbe voluto fare il sacerdote ma, durante una visita a Lourdes nell’estate del 1983, il vescovo della sua diocesi, Guillaume-Marie van Zuylen, gli consigliò di studiare all’università. Inizialmente indeciso tra legge e medicina, optò infine per la seconda ipotesi. Decise di dedicarsi alla medicina legale dopo un tirocinio presso l’Istituto di medicina legale dell’Università di Liegi nel 1987 (…). Ha inoltre conseguito le lauree in Antropologia forense presso lo Smithsonian Institute e l’Università di Leida». La parola ai morti, il suo libro d’esordio, è stato acquistato da venti editori internazionali e le sue vendite complessive in lingua francese hanno raggiunto un milione di copie.
La professione del medico legale
La parola ai morti mette al centro la professione del medico legale, un mestiere che richiede non solo rigore scientifico ma anche una grande sensibilità. Ogni autopsia diventa così un’indagine basata su ciascun piccolo indizio presente sul corpo. Che so tratti di omicidi, suicidi o morti naturali, Philippe Boxho sottolinea come ogni caso sia un puzzle da risolvere, una mappa da ricostruire. Il suo lavoro, che ha portato a oltre 3.000 autopsie, è un esempio di come la medicina legale possa svelare verità nascoste, trasformando i cadaveri in testimoni silenziosi ma eloquenti. Il libro non si limita a descrivere la tecnica autoptica, ma spiega anche le implicazioni etiche e umane di questo lavoro, offrendo una prospettiva di prima mano su una professione spesso fraintesa.
Per orientarsi fra testo e contesto
La parola ai morti di Philippe Boxho non è solo un libro sulla medicina legale, ma un’opera che invita a riflettere sulla vita e sulla morte. Boxho, con il suo approccio originale, riesce a trasformare casi reali in storie che affascinano e istruiscono. La sua capacità di combinare rigore scientifico e narrazione avvincente lo rende un autore particolarmente apprezzato. Le sue storie, infatti, sono intrise di umorismo e umanità nonostante gli argomenti che affrontano.
Va anche detto che il libro di Philippe Boxho viene incontro a un gusto del pubblico che oggi è orientato fortemente sul genere giallo e sui suoi sottogeneri. Lo dimostrano casi editoriali come quello di Andrea Camilleri e del commissario Montalbano. A cui, negli ultimi anni, se ne sono aggiunti altri che hanno confermato una passione dei lettori per il thriller, il crime e tutto ciò che vi ruota attorno.