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Perché siamo “maleducati”? La risposta del pedagogista Caligiuri

Il libro Maleducati di Mario Caligiuri analizza la disinformazione e la crisi dell'istruzione in Italia, proponendo nuove pedagogie per rafforzare la democrazia.
  • L’ultimo libro di Mario Caligiuri, Maleducati (LUISS University Press, 2024), analizza la disinformazione in Italia dal 1945 ad oggi.
  • Ricostruisce le riforme educative degli ultimi vent’anni e il loro impatto sulla qualità dell'istruzione.
  • Affronta il ruolo critico dei media nella manipolazione informativa e nella crisi democratica attuale.
  • Ricorda statistiche allarmanti: oltre il 75% degli italiani non comprende una frase complessa, e 27% sono analfabeti funzionali.

L’ultimo libro di Mario Caligiuri, Maleducati (LUISS University Press, 2024), rappresenta un’analisi critica e approfondita del panorama educativo e informativo italiano. Il volume tenta una ricostruzione della storia della disinformazione in Italia dal 1945 a oggi, legandola a due temi fondamentali: educazione e democrazia. Caligiuri, Professore di Pedagogia della comunicazione all’Università della Calabria e Presidente della Società Italiana di Intelligence, parte da diverse domande cruciali che si pone e alle quali tenta di rispondere attraverso un’analisi dettagliata e rigorosa.

«Il proliferare della disinformazione e lo scarso rilievo dato all’istruzione sono il chiaro riflesso di una società maleducata – spiega Mario Caligiuri -, effetto che ritorna come in un circolo vizioso per la democrazia, ponendola continuamente in una situazione di rischio». Ecco perché, secondo l’autore, è fondamentale costruire una nuova pedagogia per tornare a dare valore alla democrazia.

Le riforme educative e la crisi dell’istruzione

Caligiuri ricostruisce gli ultimi vent’anni di riforme legislative e mutamenti della società, individuando gli elementi che hanno condotto alla crisi dell’istruzione, fino all’attuale “società della disinformazione”. Dalla Riforma Gentile del 1923 e con un approfondimento sulle vicissitudini del 1968, l’autore analizza come le semplificazioni dei percorsi di studio, introdotte negli anni Sessanta, abbiano contribuito a erodere la qualità della scuola.

«L’istruzione è alla base della convivenza civile e del progresso sociale – afferma Caligiuri -, ma è sempre più in crisi in quanto c’è bisogno di inediti percorsi educativi che tengano conto dei rapidi cambiamenti del mondo». La crisi dell’istruzione occidentale si manifesta nel fatto che all’aumento del numero di diplomati e laureati non corrisponde un progresso economico in grado di incidere sulle diseguaglianze sociali, anzi queste ultime sembrano ampliarsi sempre di più.

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Il ruolo dei media e la disinformazione

Caligiuri critica anche il ruolo dei media nell’educazione, definendo la manipolazione informativa «l’emergenza educativa e democratica del nostro tempo». La disinformazione dilagante indebolisce la qualità della democrazia, minando la fiducia nel sistema educativo e nelle istituzioni. Nel suo libro, l’autore analizza la crisi dell’istruzione e della democrazia in Italia, sottolineando l’urgente necessità di riforme e di un maggiore impegno politico nel settore dell’istruzione.

«Occorre costruire un’educazione che si rinnovi facilmente ma che nel contempo recuperi radici antiche – dice Caligiuri –. Educare nel senso di E-ducere, fare venire alla luce ciò che è nascosto; oppure come Apocalisse: svelare ciò che è già tra noi, ma non è immediatamente visibile».

La guerra cognitiva e le sfide tecnologiche

Il regime democratico occidentale sembra giunto all’età del tramonto, attraversato da crepe e scollature sia in ambito sociale sia tra popolo e governanti. In questo contesto, la guerra cognitiva, il cui campo di scontro è la mente di ogni singolo individuo, rappresenta una nuova sfida. «Noi viviamo in un contesto in cui si stanno saldando tre dimensioni: la dimensione fisica, quella digitale e quella ibridata tra uomo e macchina» afferma Caligiuri.

La disinformazione si materializza in modo molto preciso con la dismisura di informazione da un lato e il basso livello di istruzione sostanziale dall’altro. «Nel nostro Paese, oltre il 75% dei nostri connazionali non è in grado di comprendere una frase complessa in italiano, mentre quasi il 27% sono analfabeti funzionali» sottolinea l’autore. Questa situazione deve far riflettere sulla natura del sistema democratico.

Per orientarsi fra testo e contesto

Il libro Maleducati di Mario Caligiuri offre una disamina lucida e ben documentata delle problematiche educative che minano la nostra democrazia. L’autore propone soluzioni concrete per invertire la rotta, suggerendo l’implementazione di una nuova pedagogia che metta al centro l’educazione alla cittadinanza e al pensiero critico, strumenti indispensabili per formare cittadini consapevoli e attivi.

Per i lettori occasionali, un consiglio di lettura correlato potrebbe essere Educazione e democrazia di John Dewey, un classico che esplora il legame tra istruzione e partecipazione democratica. Per i lettori esperti, invece, il saggio La società della trasparenza di Byung-Chul Han offre una riflessione profonda sulle dinamiche della disinformazione e della sorveglianza nell’era digitale.

«Solo attraverso un progetto pedagogico condiviso e una educazione rigorosa possiamo aspirare a risvegliare le coscienze – conclude Caligiuri -, a formare l’ethos pubblico e contrastare efficacemente la disaffezione politica».


Articolo scritto al 99% dall’AI, con una correzione opzionale da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il contenuto dall’articolo.(scopri di più)
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