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neofemminismo

Neofemminismo, ovvero il nemico peggiore delle donne

Annina Vallarino, nel suo saggio «Il femminismo inutile», critica le femministe moderne attraverso un'analisi provocatoria e incisiva che intende riportare al centro temi come uguaglianza e giustizia.
  • Il femminismo inutile di Annina Vallarino (Rubbettino, 2024) è un libro coraggioso che critica il neofemminismo moderno.
  • Il saggio è suddiviso in tre sezioni: La donna fragile, La paura del sesso e I nuovi credi.
  • Può diventare uno strumento utile a mettere in discussione tendenze contemporanee per riportare al centro uguaglianza e giustizia.

Si chiama femminismo intersezionale. Di fatto, è l’unica tipologia di femminismo che oggi goda di buona stampa e che sia amato dai social. Sul perché e, soprattutto, su cosa sia, funge da faro Il femminismo inutile. Vittimismo, narcisismo e mezze verità: i nuovi nemici delle donne di Annina Vallarino (Rubbettino, 2024). Un libro coraggioso, se si pensa che un pamphlet così accurato e per certi versi unico (non mi risulta ne esistano di analoghi in Italia), avrebbe dovuto occupare le pagine dei “giornaloni” di casa nostra. Mi sarei aspettato che suscitasse un dibattito, dai toni anche accesi. Non certo il silenzio di testate come Corriere della Sera e Repubblica. È vero, i quotidiani che flirtano con l’attuale governo se ne sono occupati, quasi che gli argomenti affrontati nel volume siano una prerogativa della destra. Peccato che di Annina Vallarino, leggendo la sua opera, si possa dire tutto, tranne che sia politicamente orientata su posizioni conservatrici.

Contro il coro del neofemminismo moderno

È lei stessa nell’introduzione a spiegare le ragioni che l’hanno mossa in direzione controcorrente. Nel citare Giovanni Lindo Ferretti, quando afferma che «sono stati i non credenti ad avermi fatto diventare credente», l’autrice sostiene che «sono state le neofemministe ad avermi spinto a scrivere queste pagine di critica. In aggiunta, è stata anche la voglia di dire altro, poiché nel coro più vocale del neofemminismo odierno avverto la mancanza di voci dissonanti, di donne che osano interrogare certezze accettate acriticamente e fare le famose domande indesiderate. Voci che quando cercano di emergere, vengono etichettate come fasciste, alt-right, sottomesse o terf». Attualmente la terf (Trans Exclusionary Radical Feminist) più famosa al mondo è J.K. Rowling. La sua colpa è quella di non negare la distinzione biologica contro il parere di chi invece sostiene la fluidità assoluta dell’identità di genere. Questa, insieme a tante altre definizioni, potrebbe confinare l’opera di Vallarino tra quelle che si occupano di questioni di nicchia. Ma così non è.

Cosa ne pensi?
  • Un punto di vista coraggioso e stimolante... 🌟...
  • Critica pesante che rischia di dividere... ⚠️...
  • Cosa succede se ribaltiamo questa prospettiva... 🤔...

Struttura e tematiche del libro

Il libro è suddiviso in tre sezioni: La donna fragile, La paura del sesso e I nuovi credi. Nella prima parte, l’autrice esplora il tema del vittimismo culturale, stigmatizzando un femminismo che si concentra su questioni marginali piuttosto che affrontare i veri problemi dell’universo femminile. Vallarino denuncia quella che definisce «l’industria della sofferenza», un fenomeno che, secondo lei, distoglie l’attenzione dai problemi reali che le donne affrontano, specialmente nei paesi non occidentali.

La seconda sezione, La paura del sesso, si dedica al tema della «cultura dello stupro» e guarda alla possibilità di un emergente dogmatismo sessuale conservatore. L’autrice sostiene che l’ideologia neofemminista ha portato a una maggiore sfiducia tra i sessi, promuovendo una visione distorta delle relazioni amorose e sessuali. Vallarino contesta in particolare l’idea che le differenze tra i sessi siano solo costruzioni sociali, sottolineando invece l’importanza di riconoscere le differenze naturali nei comportamenti e nelle sensibilità.

Nella terza parte, infine, Annina Vallarino si concentra sul fanatismo ideologico e sulla neolingua del neofemminismo. Ricorda ad esempio che l’uso di neologismi come “mascolinità tossica” hanno lo svantaggio di allontanare il focus dalle ingiustizie sociali più gravi, come la povertà e lo sfruttamento. Il neofemminismo diventa così un prodotto del sistema di potere, incapace di sfidare il capitalismo neoliberista e le élite globali.

Gli uomini, potenziali stupratori?

Non solo. La mentalità che il neofemminismo contribuisce a far attecchire dappertutto tende a mettere nello stesso calderone fenomeni di diversa natura e gravità. Secondo questa mentalità, «tutti gli uomini sono dei potenziali stupratori» oppure un apprezzamento non gradito è solo una delle tante versioni del femminicidio. Istruttivo, in tal senso, è il capitolo in cui l’autrice si sofferma sull’ossessione per le parole, arrivando a criticare chi sostiene che la nostra lingua, impregnata di maschilismo, vada corretta in modo da correggere la società. È l’ennesimo sintomo della «legge del percepito, che esula dal potere di apporre delle gerarchie ai fatti» scrive Vallarino. Basterebbe questo a giustificare il prezzo del volume, perché questa osservazione non solo getta luce su tonnellate di tweet e post, ma fa comprendere le stesse dinamiche personali con cui oggi vengono vissute le relazioni tra le persone. E se un libro ti fa capire qualcosa di come va il mondo, allora ha assolto al compito per cui da sempre esiste la scrittura.

Per orientarsi fra testo e contesto

Tra i meriti de Il femminismo inutile non va sottaciuta la ricca bibliografia e sitografia che attesta la ricchezza delle fonti su cui Vallarino poggia le sue argomentazioni. Il saggio rappresenta perciò un contributo significativo al dibattito sul femminismo contemporaneo in quanto invita a una riflessione profonda su come il movimento possa evolversi per affrontare le sfide del presente e del futuro.

Affinché il femminismo non sia inutile, va ripensato in modo più autentico e razionale. Una strada lungo la quale l’opera provocatoria e incisiva di Annina Vallarino può diventare uno strumento capace di mettere in discussione tendenze e paradigmi considerati intoccabili per riportare al centro uguaglianza e giustizia, al posto della vittimizzazione e del narcisismo oggi imperanti.

Articolo scritto interamente da un essere umano “a mano”, cioè senza l’uso di AI.(scopri di più)
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