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- Luca Ricolfi, con il suo ultimo libro, si addentra nel concetto di “follemente corretto”, evidenziando l'uso di un linguaggio che consolida una nuova élite culturale.
- Il volume critica l'adozione di pratiche linguistiche come la schwa, che rendono i testi complessi e illeggibili per molti.
- Una delle critiche principali di Ricolfi è indirizzata alla sinistra, che ha abbandonato i diritti sociali per concentrarsi troppo su quelli civili.
Il libro di Luca Ricolfi, Il follemente corretto. L’inclusione che esclude e l’ascesa della nuova élite (La Nave di Teseo, 2024), rappresenta un’analisi critica del fenomeno del politicamente corretto e delle sue evoluzioni. Ricolfi, noto sociologo e osservatore della società italiana, si concentra su come il linguaggio e le pratiche di inclusione siano stati trasformati in strumenti di esclusione e consolidamento di una nuova élite culturale. Il concetto di “follemente corretto” viene introdotto per descrivere un linguaggio che, pur nascendo con l’intento di promuovere l’inclusione, finisce per creare divisioni e fratture sociali.
La prima parte del libro esamina i capisaldi del politicamente corretto, evidenziando come il linguaggio sia stato modificato per evitare offese e discriminazioni. Tuttavia, l’autore sottolinea come queste modifiche abbiano portato a esagerazioni e mostruosità linguistiche, come l’uso della schwa, che rendono i testi illeggibili. Il sociologo solleva obiezioni riguardo all’introduzione di pratiche linguistiche che, pur dando l’impressione di essere inclusive, tendono infine a escludere e isolare coloro che non si allineano con queste nuove regole.
Il ruolo delle élite e le conseguenze sociali
Nella seconda parte del libro, Ricolfi esplora l’ascesa di una nuova élite culturale che utilizza il “follemente corretto” come strumento di potere. Questa élite, composta da intellettuali, accademici e figure influenti nei media, si è auto-posizionata come custode della correttezza, guardando dall’alto in basso le masse incapaci di comprendere il “giusto” e il “bello”. Questo atteggiamento ha portato a un distacco crescente tra le classi medio-alte e i ceti popolari, che si sentono esclusi e alienati rispetto a un linguaggio che non rispecchia le loro esperienze quotidiane.
Ricolfi evidenzia come il “follemente corretto” abbia avuto un impatto significativo anche sulle istituzioni e le aziende, che adottano questo linguaggio per acquisire uno statuto morale positivo senza affrontare problemi concreti. Ad esempio, la decisione di Lufthansa di salutare i passeggeri con un semplice “Buongiorno” anziché “Gentili Signori e Signore” è vista come un modo per evitare di urtare chi non si identifica con le categorie tradizionali di genere, ma al contempo non affronta problemi pratici come la puntualità dei voli o il comfort dei passeggeri.
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Critiche e riflessioni sulla sinistra
Ricolfi non risparmia critiche alla sinistra, accusandola di aver abbandonato la stella polare dell’uguaglianza in favore di un’inclusione che esclude. L’autore sostiene che la sinistra ha sostituito i diritti sociali con quelli civili, concentrandosi su minoranze sessuali e immigrati a scapito di operai e donne. Questa deriva, secondo Ricolfi, è insita nelle radici stesse della cultura di sinistra, che ha sempre avuto un’attenzione particolare per l’inclusione.
Il libro racconta anche storie di individui che hanno subito le conseguenze del “follemente corretto”, come la dottoressa Stock in Inghilterra, costretta a lasciare l’università per paura di ritorsioni, o Joanne K. Rowling, criticata per aver difeso l’uso della parola “donna”. Questi esempi illustrano come il linguaggio inclusivo possa diventare uno strumento di censura e repressione della libertà di espressione.
Per orientarsi fra testo e contesto
Il libro di Ricolfi invita a riflettere su come il linguaggio possa essere utilizzato per manipolare la realtà e consolidare il potere di determinate élite. La sua analisi critica del “follemente corretto” solleva questioni importanti sul ruolo del linguaggio nella società moderna e sulle conseguenze delle pratiche di inclusione che finiscono per escludere.
Per chi è interessato a esplorare ulteriormente questi temi, è utile considerare le opere precedenti di Ricolfi, come La società signorile di massa (La Nave di Teseo, 2019) che offre un’analisi della società italiana e delle sue dinamiche sociali. Inoltre, il libro La mutazione (Rizzoli, 2022) esamina come le idee di sinistra siano migrate a destra, fornendo un contesto più ampio per comprendere le critiche di Ricolfi alla sinistra contemporanea.
Con l’ultimo libro Riclolfi sottolinea perché il “follemente corretto” costituisca una sfida per la società moderna. Mentre l’intento di promuovere l’inclusione è lodevole, è fondamentale evitare che il linguaggio diventi uno strumento di esclusione e divisione. Il ragionamento critico dell’autore spinge a valutare scrupolosamente l’impatto del linguaggio e ad aspirare a un bilanciamento armonioso tra l’inclusività e la libera manifestazione delle idee.