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- La poetessa e scrittrice Rosita Copioli in Acque della magia riporta alla luce l'importanza di Matteo Maria Boiardo.
- Copioli traccia un parallelo tra Boiardo e figure come Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e la letteratura celtica.
- La grandezza dell'Orlando innamorato, oscurata dall'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, va rimessa adeguatamente in luce.
La letteratura italiana vanta un patrimonio inestimabile, un giacimento d’oro che spesso rimane inesplorato. In un’epoca in cui la lingua e l’immaginazione sembrano impoverirsi, Rosita Copioli si distingue con la pubblicazione di Acque della magia. Matteo Maria Boiardo e L’inamoramento De Orlando (Metilene editore, 2024), un’opera che riporta alla luce l’importanza di Matteo Maria Boiardo e del suo poema. Il libro non solo offre una profonda analisi del poema cavalleresco, ma cerca anche di restituire a Boiardo il posto che merita nella letteratura italiana, spesso oscurato dal successo dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto.
Boiardo, conte di Scandiano, fu un lettore appassionato del ciclo Bretone e dei poeti di Provenza, e il suo poema è un crocevia di influenze che spaziano da Virgilio a Lucrezio. La figura di Angelica, la bella saracena, diventa un simbolo del desiderio d’amore, un tema che si intreccia con la sapienza occulta e il potere della Luna. La Copioli, attraverso un’analisi dettagliata, sottolinea come Boiardo riesca a fondere questi elementi in un’opera che è al contempo popolare e aristocratica, ricca di un linguaggio che conserva il suo sottofondo dialettale.
L’influenza celtica nell’opera di Boiardo
Rosita Copioli, con la sua vasta conoscenza della letteratura celtica e del pensiero umanistico, traccia un parallelo tra Boiardo e figure come Marsilio Ficino e Pico della Mirandola. Le sue osservazioni si estendono anche alla poesia di Yeats, evidenziando come l’immaginario celtico influenzi il lavoro di Boiardo. La Copioli difende con passione Boiardo dalle critiche, opponendosi a chi, come Italo Calvino, ha definito la sua lingua rozza. Per lei, il linguaggio di Boiardo è un atto d’amore, espressione di una emilianità che risuona con autori come Fellini e Celati.
Il poema di Boiardo, scritto in ottave, è un’opera incompiuta, divisa in tre libri con un totale di 35.432 versi. La sua pubblicazione risale al 1483, ma la prima edizione completa è del 1495, postuma, visto che la morte dell’autore risale al 1494. L’opera è stata fonte d’ispirazione per Ariosto, che ne ha tratto personaggi e temi per il suo Orlando furioso. Tuttavia, il successo di Ariosto ha oscurato la fama dell’Orlando innamorato, che merita di essere riscoperto per la sua ricchezza narrativa e la sua capacità di parlare all’uomo di ogni tempo.
Ariosto, iniziando a scrivere l’Orlando furioso nel 1505, riesce a fondere il ciclo carolingio con elementi del ciclo bretone, creando un’opera che è al contempo epica e romantica. La sua abilità nel tessere le trame dei suoi personaggi, come Ruggiero e Bradamante, o nel trasformare la figura di Angelica in un archetipo dell’amore rende l’Orlando furioso una pietra miliare della letteratura moderna. L’opera, pubblicata per la prima volta nel 1516, ha subito diverse revisioni, culminando nell’edizione del 1532, che rappresenta un modello linguistico italiano e nazionale.
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Per orientarsi fra testo e contesto
L’Orlando innamorato di Boiardo e l’Orlando furioso di Ariosto sono opere che, seppur diverse, dialogano tra loro attraverso i secoli. La riscoperta di Boiardo da parte di Copioli ci invita a riflettere sul valore della tradizione letteraria italiana e sull’importanza di preservare la ricchezza della nostra lingua e cultura. Queste opere, con i loro intrecci di amore, follia e avventura, continuano a ispirare non solo la letteratura, ma anche il cinema e il teatro, offrendo spunti di riflessione su temi universali come l’amore, il destino e la ricerca di sé.
Il lavoro di Rosita Copioli ci ricorda anche che la letteratura è un atto d’amore, un viaggio attraverso il tempo che ci connette con le voci del passato. La sua difesa appassionata di Boiardo è un suggerimento affinché si vada alle radici della nostra cultura e si riscopra la bellezza di un’opera che, nonostante le critiche, continua a risuonare con forza nel cuore di chi ama la grande poesia.