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- L’editore Le Lettere ha recentemente pubblicato Baudelaire e l’esperienza dell’abisso in una nuova edizione curata da Luca Orlandini
- Baudelaire è visto da Fondane come il poeta che ha avuto il coraggio di uccidere la poesia per vagliarne il veleno.
- Fondane ha continuato a lavorare sul suo libro durante la deportazione a Drancy, preoccupandosi della perfezione dell'opera.
- Dopo la sua morte ad Auschwitz nel 1944, Fondane è stato riscoperto grazie a società di studi e nuove traduzioni.
Benjamin Fondane, nato Benjamin Wechsler, è una figura centrale nel panorama intellettuale del XX secolo. Nato a Jassy, in Moldavia romena, il 14 novembre 1898, Fondane si trasferisce a Parigi nel 1923, dove entra in contatto con il filosofo russo Lev Isaakovič Šestov. La sua opera più nota, Baudelaire e l’esperienza dell’abisso, è un capolavoro che esplora la profondità e l’oscurità della poesia di Charles Baudelaire. Il libro, pubblicato postumo nel 1947, è stato recentemente riedito da Le Lettere in una nuova edizione curata da Luca Orlandini.
Un genio che osa uscire dall’umano
Fondane credeva che la poesia dovesse essere marziale, precisa come un dardo, illuminata da una forza sprezzante. Nel campo di internamento di Drancy, dove fu deportato dalla polizia di Vichy nel marzo del 1944, Fondane continuò a lavorare al suo libro su Baudelaire. La sua preoccupazione principale era che il libro fosse perfetto, anche se ciò significava tagliare alcuni capitoli per non appesantirlo. Fu Emil Cioran a riconoscere il valore del lavoro di Fondane, definendolo un capolavoro e assicurandosi che fosse pubblicato.
Baudelaire, secondo Fondane, non è solo il fondatore della poesia moderna, ma il suo esecutore. È il poeta che ha avuto il coraggio di uccidere la poesia per vagliarne il veleno. Questo concetto è centrale nel pensiero di Fondane, che vede Baudelaire come un sacrificato della vita, un paria intellettuale che accetta di uscire dal cerchio dell’umano.
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La poesia come esperienza dell’abisso
Fondane sfida le convenzioni della critica letteraria, mettendo in discussione i sistemi lirici di Paul Valéry e Thomas S. Eliot. Per Fondane, la poesia deve essere dissennata e frivola, seria e profonda, profetica e visionaria. Non deve essere ridotta alla vergogna quando dice ciò che muore dalla voglia di dire. Baudelaire, con la sua esperienza dell’abisso, rappresenta questa visione estrema della poesia.
Nel suo libro, Fondane esplora come Baudelaire travalichi chi la scrive, come la biografia del poeta non sia all’altezza della sua poesia e come l’arte sia irrimediabilmente una falsa realtà. L’abisso di Baudelaire è composto da elementi come l’assurdo, il male, l’odio, il dolore, il discontinuo e la sproporzione. Questi elementi, fusi insieme, producono una realtà quotidiana da cui tentiamo disperatamente di evadere e il selvaggio che è in noi.
La critica e l’eredità di Fondane
Dopo la sua morte ad Auschwitz nel 1944, Fondane cadde nell’oblio, ma lentamente è stato riscoperto. In Francia, sono nate la Société d’études Benjamin Fondane e l’Association Benjamin Fondane, che hanno contribuito a far conoscere il suo pensiero. La recente traduzione italiana del suo Baudelaire ha ulteriormente ampliato il pubblico di Fondane.
Il traduttore e curatore dell’edizione italiana, Luca Orlandini, ha prodotto un ampio commento all’opera di Fondane, pubblicando un libro intitolato La vita involontaria. Questo testo offre un contraltare alla monografia di Fondane e fornisce materiali che mettono a confronto la lettura esistenziale contenuta nel Baudelaire di Fondane con le riflessioni di critici ed estimatori.
Per orientarsi fra testo e contesto
Baudelaire e l’esperienza dell’abisso di Benjamin Fondane è un’opera fondamentale per chiunque si appresti a scrivere versi. Fondane ci mostra come la poesia possa essere un’esperienza estrema, che ci costringe a confrontarci con l’abisso dell’esistenza. La sua visione della poesia come un’arte che travalica chi la scrive e che ci porta a confrontarci con il selvaggio che è in noi è una lezione preziosa per tutti gli amanti della letteratura.
Per i lettori occasionali, consigliamo di leggere I fiori del male di Charles Baudelaire, preferibilmente nella traduzione di Milo De Angelis, per comprendere meglio il contesto in cui si inserisce l’opera di Fondane. Per i lettori esperti, suggeriamo di approfondire la lettura con La vita involontaria di Luca Orlandini, che offre un’analisi dettagliata e critica del pensiero di Fondane.
La lettura di Fondane invita a riflettere sulla natura della poesia e sul ruolo del poeta nella società. La sua visione radicale e provocatoria ci sfida a rimettere tutto in questione, a non accettare mai le convenzioni e a cercare sempre la verità, anche quando è scomoda e dolorosa.