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Come innamorarsi della parola secondo Roberto Vecchioni

Il noto cantautore, nel suo nuovo libro «L’orso bianco era nero», fa un viaggio nel linguaggio non attraverso un manuale, ma con una raccolta di riflessioni personali.
  • L’orso bianco era nero. Storia e leggenda della parola è l’ultimo libro di Roberto Vecchioni.
  • Vecchioni raccoglie ottant’anni di riflessioni, appunti e scoperte sul linguaggio e la parola.
  • È lui stesso a dichiarare che questo volume nasce con l’intento di fare innamorare le persone della parola.

Il 25 marzo 2025 esce L’orso bianco era nero. Storia e leggenda della parola di Roberto Vecchioni, edito da Piemme. In questo libro, Vecchioni affronta la parola come la vera invenzione umana, distinta da tutte le altre scoperte che, come la ruota o il bosone, esistevano già in natura e attendevano solo di essere rivelate. La parola, invece, è nata dal nulla. Un concetto che Vecchioni, noto cantautore e scrittore, ha sempre sostenuto con passione. Attraverso un viaggio che parte dalle prime espressioni linguistiche fino alle complesse strutture del pensiero occidentale, l’autore ci guida in un percorso che non è filologico o storico, ma soprattutto profondamente personale.

Per affascinare, piuttosto che informare

Vecchioni non si limita a un’analisi accademica della linguistica. Il suo approccio è intimo e coinvolgente, mirato a far innamorare il lettore della parola. L’orso bianco era nero non è un manuale, ma un invito a scoprire il potere evocativo delle parole. Vecchioni raccoglie ottant’anni di riflessioni, appunti e domande, offrendo un’opera che è più un dialogo che una lezione. Le parole, per lui, sono codici che rivelano emozioni ed esperienze umane, un concetto che invita a un confronto profondo con il linguaggio. La carriera di Vecchioni è un esempio di come la parola possa essere un ponte tra diverse discipline. Oltre a essere un autore prolifico, ha insegnato per oltre trent’anni nei licei e, più di recente in varie università italiane, portando avanti un dialogo costante tra musica, poesia e linguistica.

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  • 🟢 Un capolavoro che trasforma la parola in magia......
  • 🔴 Un esercizio di stile che rischia di annoiare......
  • 🔍 Vecchioni ci sorprende usando la parola come codice segreto......

La parola di Vecchioni sulla parola

È lui stesso a spiegare come è nato il suo libro. «Questo libro ha a che fare con la linguistica come io assomiglio a un orso bianco o se preferite nero. Non ho nessuna intenzione di sciorinarvi un’opera corretta, metodica, e men che meno colta, accademica, incomprensibile ai più e infine del tutto inutile a chi sfaccenda pieno di cazzi suoi col tempo che vola. D’altronde non ho neanche voglia di mortificare una scienza (arte?) meravigliosa riducendo tutto all’osso e tirar fuori un “bigino” per deficienti. L’intento è un altro: è quello di farvi innamorare. Avete letto bene! Farvi innamorare della parola».

Continua Vecchioni: «Penserete “questo è matto”. Scommettiamo? Sono i miei ottant’anni d’amore, raccolti da decine e decine di fogli sparsi qua e là nel tempo, stipati in block-notes, quaderni, schemi per lezioni, sghiribizzi personali, letture sottolineate, ricerche notturne, confronti, domande infinite, scoperte mai immaginate da altri, un gioco famelico a sapere e chiarire, un’ubriacatura di luci intermittenti, ipnotiche, fatali, perché più ci entravo in quelle parole, più sentivo una foga irrefrenabile a entrarci, e capivo, comprendevo a pieno la “vera” essenza di tutto, la corposità, la fisicità di quelli che pensiamo solo suoni e invece sono codici risolti perché perfette in noi si rivelino le emozioni, le commozioni nostre e degli altri; le parole sono un groviglio logico di foni, suoni che specchiano l’uomo. Questa era la mia felicità»

Per orientarsi fra testo e contesto

La carriera di Vecchioni, iniziata negli anni Sessanta come autore di canzoni per artisti affermati, è stata costellata da successi che spaziano dalla musica alla letteratura. Sia i suoi album sia i precedenti libri hanno dimostrato la sua capacità di saper intrecciare musica e parole, prosa e poesia. L’orso bianco era nero si inserisce in questo solco, ma con un focus quasi didattico sulla parola.

In un’epoca in cui la rapidità della comunicazione spesso sminuisce il valore della parola, L’orso bianco era nero ci ricorda che le parole sono strumenti potenti, capaci di costruire ponti o, al contrario, di edificare steccati. L’ultimo libro di Roberto Vecchioni è perciò uno stimolo a riscoprire la bellezza e la complessità del linguaggio contro il rischio di impoverimento che oggi è quanto mai attuale.


Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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