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- L'analisi di Filippo Ulivieri nel libro Sulla Luna con Stanley Kubrick svela aspetti inediti del regista.
- Kubrick è noto per il suo perfezionismo, ma il libro mostra anche il suo lato umano e affettuoso.
- La figura di Kubrick è stata spesso associata a miti che il libro cerca di confutare, evidenziando la complessità reale del regista.
Quando si parla di Stanley Kubrick, la mente corre subito alle visioni immaginifiche di uno dei maestri del cinema contemporaneo. A lungo avvolta da enigmi e storie leggendarie, la figura del regista viene scrutata in un nuovo testo intitolato Sulla Luna con Stanley Kubrick: Miti, leggende e verità sul mostro sacro del cinema scritto da Filippo Ulivieri (StreetLib, 2024). L’autore, il massimo esperto italiano della vita e del cinema di Kubrick, mira a chiarire nel suo libro cosa si nasconda dietro alla rappresentazione pubblica dell’acclamato cineasta. Con un lavoro esplorativo portato avanti attraverso l’esame accurato dell’archivio personale di Kubrick, insieme a interviste ai suoi collaboratori fidati, Ulivieri svela aspetti inattesi della personalità creativa e umana del famoso autore.
La sua indagine prova a scardinare la vulgata di un artista conosciuto per essere maniaco della precisione, con punte di tirannia nella gestione dei set cinematografici, o perfino refrattario al contatto umano e propenso a condurre una vita isolata. Questa immagine non sempre corrisponde alla complessità di un personaggio reale su cui alcuni miti stratificati nel tempo sono rimasti intatti, nonostante non corrisponessero a verità. non sono stati mai nacquero rimanendo saldamente radicati nel tempo sebbene siano stati confutati già prima d’ora. La domanda che circola nel libro è perciò: quanto di ciò che si dice su di lui è effettivamente vero?
Come nasce il mito del controllo
Come anticipato, la figura leggendaria di Stanley Kubrick è spesso dipinta come quella di un autore con una meticolosità maniacale su ogni elemento delle sue opere cinematografiche. Questo particolare aspetto del suo carattere viene analizzato in profondità da Ulivieri che, nel riconoscere il suo straordinario perfezionismo, confuta le voci sulla sua presunta tirannia, voci amplificate a bella posta dai media e nutrite da più fonti.
Uno degli aneddoti più emblematici al riguardo si riferisce alla biografia che Neil Hornick tentò di far uscire già negli anni Sessanta, in cui erano riportati aspetti controversi. Kubrick gli impedì di pubblicarla, facendo valere la sua influenza e aprendo la strada alla costruzione della sua immagine “dittatoriale”. Questo episodio rappresenta in maniera emblematica quanto fosse esteso il controllo che egli esercitava fin da allora e quanta determinazione avesse nel proteggere la propria reputazione pubblica.
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Il dito e la luna in Stanley Kubrick
L’opera scritta da Ulivieri non solo demolisce i miti intorno a Stanley Kubrick, ma tratteggia anche un’immagine più ricca ed empatica dell’uomo dietro al regista. Il racconto fornito da Emilio D’Alessandro, fedele assistente personale e amico intimo, svelano lati inediti di Kubrick. Viene fuori una persona non solo capace di magnanimità, ma anche con una spiccata sensibilità umana. Descrizioni che contraddicono la consueta rappresentazione del regista freddo e impassibile, svelando invece tratti paterni e affettuosi, oltre a una sincera disponibilità nel collaborare a livello professionale.
Inoltre, le ricerche di Ulivieri portano alla luce la strategia che permise a Kubrick di accrescere la sua autorevolezza nel mondo del cinema, guadagnandosi l’apprezzamento della critica più esigente. Fa parte di questa strategia la sua abilità oratoria, in grado di enfatizzare l’immagine che gli spettatori avevano di lui, e il suo perfezionismo da cui scaturì la leggenda di una figura maniacale collegata al suo profilo visionario e artistico. Al di là dei rotocalchi sensazionalistici, una verità è rimasta incrollabile: l’eccellenza indiscutibile delle sue produzioni cinematografiche.
Per orientarsi fra testo e contesto
Ulivieri propone uno spunto prezioso per rileggere la figura di Stanley Kubrick attraverso nuove prospettive interpretative. Suggerisce in tal senso di non lasciarsi ingannare dal pettegolezzo, per sondare invece la grandezza di un cineasta che ha segnato indelebilmente il panorama della settima arte. Sulla Luna con Stanley Kubrick va oltre il mero ambito biografico del regista, poiché si addentra nei meccanismi che governano mito e realtà e che spesso tendono a far confondere immagine pubblica e verità intima. Il libro spinge così a una profonda riflessione sulle nostre percezioni riguardo ai grandi artisti e su quanto siamo inclini ad accettare le storie tramandate attorno a loro.
Chiunque abbia apprezzato pellicole quali 2001: Odissea nello spazio o Shining, troverà in quest’opera uno strumento per avvicinarsi al vero volto dell’artista celato dietro il cineasta. Per gli appassionati delle sottili relazioni tra realtà fattuale e mitizzazione, Sulla Luna con Stanley Kubrick è una concreta dimostrazione del processo attraverso cui si edificano e si perpetuano i miti collettivi. Nell’era dominata dalle fake news, si tratta di un’operazione per nulla scontata .