E-Mail: [email protected]
- Il 20 novembre 2024 ricorre il cinquantesimo anniversario della morte di Massimo Ferretti, poeta e scrittore nato nelle Marche.
- Pier Paolo Pasolini ne riconobbe il valore, tanto da pubblicare nel 1956 sulla rivista Officina alcuni dei suoi versi.
- La sua raccolta di poesie più nota, Allergia, pubblicata originariamente nel 1963, è stata riproposta nel 2019 da Giometti & Antonello.
Il 20 novembre 2024 ricorre il cinquantesimo anniversario della morte di Massimo Ferretti, poeta e scrittore nato a Chiaravalle, in provincia di Ancona, il 13 febbraio 1935 e scomparso a Roma nel 1974, a soli 39 anni. Figura appartata e introspettiva, Ferretti è stato una voce originale nel panorama letterario italiano del dopoguerra. La sua opera, pur limitata nella quantità, si distingue per una profondità che merita di essere riscoperta. La sua vita, segnata da una malattia cardiaca e da una disperata vitalità, ha attirato l’attenzione di Pier Paolo Pasolini, che ne ha riconosciuto l’originalità e ha pubblicato alcuni dei suoi versi sulla rivista “Officina” nel 1956. Questo rapporto ha dato vita a un’intensa corrispondenza tra i due, fino alla prematura morte di Ferretti.
La raccolta poetica e i romanzi
La sua raccolta di poesie più nota, Allergia, pubblicata originariamente nel 1963, rappresenta una testimonianza unica della sua sensibilità e della sua posizione isolata rispetto ai principali movimenti letterari del suo tempo. Questa raccolta è stata riproposta nel 2019 da Giometti & Antonello, attirando nuova attenzione sulla sua poesia complessa, che combina introspezione, ironia e una vena elegiaca.
Ferretti è anche noto per i suoi due romanzi sperimentali, Rodrigo (1963) e Il gazzarra (1965), entrambi influenzati dall’avanguardia. La sua scrittura, tuttavia, sfugge a categorizzazioni nette, intrecciando elementi della neoavanguardia con un lirismo intimo e profondamente personale. La sua voce, spesso definita “minore” rispetto ai grandi protagonisti del Novecento, è stata rivalutata per la capacità di cogliere la marginalità e il senso di estraneità culturale dell’Italia del dopoguerra.
Un esempio significativo della sua poesia si trova in versi che trattano temi universali con immagini di intensa fisicità e dolcezza malinconica, come quelli di Allergia. Tutto questo si evince ad esempio in una delle sue poesie, Anch’io sono il mare:
Spolperanno le montagne fino allo scheletro del corallo
ruberanno la fiamma al fuoco
e violeranno l’aria fin dove sospira,
ma il mare resterà il mare:
l’eterna emozione
l’elemento senza futuro.Si sanno le piaghe aperte dalle navi
i delitti delle reti
e i tatuaggi carnali dei pescatori di perle,
ma il mare non cambia colore.Non dico questo
perché ho segreti di conchiglie ribelli,
e l’amo perché la sua bellezza non mi fa soffrire.Da piccolo mi ci portavano per farmi crescere forte
ma la mia stella incrociava altre acque
e nel libro del buio stava scritto
che il volto delle meduse
lo avrei trovato nella gente di terra:
e gli sono cresciuto lontano
con la misera invidia per i suoi sereni peccati
fatti di sole e di carne spogliata,
e ho accettato la sua potenza,
i lividi muri alzati tra nuvolo e abisso,
e l’onda del nord senza sogni.Ma non ho avuto pazienza:
e l’acqua è rimasta col sale;
non ho avuto pazienza
perché anch’io sono il mare.
- Un'omaggio emozionante a Ferretti, un poeta unico... 🌟...
- Ma davvero serve riscoprire Ferretti dopo 50 anni? 🤔...
- E se Ferretti avesse trasformato la fragilità in forza? 🌿...
Massimo Ferretti, il perché dell’oblio
Nonostante il valore della sua opera, Massimo Ferretti è un autore quasi sconosciuto al grande pubblico. Ciò si deve a diversi fattori: la sua breve esistenza, il carattere schivo e il suo rifiuto di aderire alle correnti letterarie dominanti del suo tempo. Ferretti scriveva in un periodo dominato da sperimentazioni avanguardistiche e da un crescente interesse per l’impegno politico e sociale nella letteratura. La sua attenzione ai temi esistenziali e spirituali, legati a una dimensione più intima e personale, lo rese in qualche modo un autore “fuori moda”. Ben vengano quindi le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario dalla sua morte, se servono a dare il giusto tributo a un autore degno di essere strappato all’oblio.
Per orientarsi fra testo e contesto
A cinquant’anni dalla sua morte, l’opera di Ferretti merita di essere riscoperta. La sua poesia, capace di intrecciare il senso del sacro con una profonda umanità, risuona ancora oggi. In un’epoca in cui l’identità locale si scontra con le pressioni globali, il richiamo di Ferretti alle radici, alla memoria e alla ciclicità della natura offre spunti di grande attualità.
Massimo Ferretti non è solo un poeta “marchigiano”: è una voce universale, che ha saputo raccontare con autenticità e profondità il rapporto tra l’uomo e il suo paesaggio interiore ed esteriore. Celebrarlo oggi significa non solo rendere giustizia alla sua memoria, ma anche riaffermare l’importanza di una poesia che non si piega al consumo rapido, ma che invita alla riflessione e alla ricerca di senso. Riscoprire Massimo Ferretti vuol dire trovare un tesoro nascosto, capace di illuminare il nostro presente con la forza di un tempo senza tempo.