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Genova celebra un secolo di «Ossi di seppia» attraverso una mostra

In occasione del centenario della nota raccolta, il capoluogo ligure ricorda il poeta con una esposizione fotografica a Palazzo Ducale aperta dal 9 maggio al 29 giugno 2025.
  • Il 15 giugno 2025 ricorre il centenario della pubblicazione di Ossi di seppia di Eugenio Montale, pietra miliare della poesia italiana.
  • Per celebrare l’anniversario, dal 9 maggio al 29 giugno 2025, Palazzo Ducale a Genova ospita la mostra Meriggiare pallido e assorto. Eugenio Montale: 100 immagini per i 100 anni di Ossi di seppia.
  • La mostra espone, oltre alle fotografie di tre noti fotografi, pagine di diario e versioni originali del libro, proponendo un viaggio attraverso l’evoluzione artistica di Montale, culminata con il Premio Nobel nel 1975.

Un secolo fa Ossi di seppia, la prima raccolta di Eugenio Montale, fu data alle stampe da Piero Gobetti a Torino. Scritta nel maggio del 1925 e pubblicata il 15 giugno 1925, ha segnato un punto di svolta, introducendo una voce poetica inconfondibile, caratterizzata da un linguaggio potente e nuovo per allora. A distanza di un secolo, i versi di Eugenio Montale continuano a risuonare con forza, interrogando l’esistenza umana con una lucidità che non accenna a diminuire. La Liguria, terra natale del poeta, emerge come protagonista indiscussa, con i suoi paesaggi aspri, i muretti assolati e le spiagge sassose. Questi luoghi diventano simboli di una riflessione intensa sul significato della vita e sul “male di vivere”, un tema centrale nell’opera di Montale. Per celebrare questo legame indissolubile tra poesia e territorio, Genova è pronta a ospitare una mostra commemorativa.

L’opera si pone come una risposta all’Alcyone dannunziano, rovesciando il rapporto idilliaco con la natura e il mare. Montale affronta il tema del tempo riducendolo a simbolo di alienazione e “male di vivere”, in contrasto con la celebrazione vitalistica di D’Annunzio. La musicalità della lingua, l’uso di rime, assonanze e consonanze, e la sintassi poetica raffinata contribuiscono a creare uno stile unico e inconfondibile. Montale attinge alla tradizione letteraria italiana, da Dante a D’Annunzio, da Pascoli a Leopardi, arricchendo la sua lingua di suggestioni ed echi che risuonano nel profondo.

Meriggiare pallido e assorto, per il centenario

Dal 9 maggio al 29 giugno 2025, Palazzo Ducale a Genova apre le porte alla mostra Meriggiare pallido e assorto. Eugenio Montale: 100 immagini per i 100 anni di Ossi di seppia. L’esposizione intreccia fotografia, letteratura e memoria, offrendo una reinterpretazione contemporanea dell’opera montaliana. La Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, insieme a Palazzo Ducale, ha incaricato tre fotografi italiani, Iole Carollo, Anna Positano e Delfino Sisto Legnani, di interpretare i concetti fondamentali della raccolta poetica tramite la loro arte fotografica.

In aggiunta alle creazioni fotografiche, la rassegna esporrà manoscritti, pagine di diario, versioni originali del libro e scatti che illustrano l’iter poetico di Montale, culminato con l’assegnazione del Premio Nobel nel 1975. Un viaggio attraverso l’evoluzione personale e artistica del poeta, strettamente connessa al paesaggio ligure e al complesso rapporto tra uomo e natura.

Ossi di seppia, un secolo alla ricerca di un “varco”

L’essenza di Ossi di seppia si potrebbe sintetizzare in sterilità, solitudine e anelito verso una via d’uscita. La decisione di celebrare il centenario attraverso il linguaggio delle immagini evidenzia che Ossi di seppia è molto più di una semplice antologia di poesie. È una prospettiva inedita sulla nostra interazione con il mondo.

Le “ossa” da cui prende il titolo il libro suggeriscono un’esistenza ridotta all’essenziale, che tuttavia riesce a rispecchiare una verità di portata universale: la vita è composta di frammenti, di momenti di attesa, del continuo sforzo di superare quella barriera insormontabile che si erge tra aspirazione e realtà.

Il territorio ligure, caratterizzato da una vegetazione scarsa, dalla vista del mare tra il fogliame e dal caldo soffocante delle ore centrali del giorno, si configura come una potente allegoria della condizione umana.

La poetica montaliana si fa tangibile, aspra come il paesaggio, connettendosi a oggetti comuni per indagare il sentimento di isolamento e la ricerca di un’apertura, di un istante di chiarore in mezzo all’oscurità.

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

I temi fondamentali e lo stile di Montale

Ossi di seppia è suddivisa in quattro sezioni principali: Movimenti, Ossi di seppia, Mediterraneo e Meriggi e ombre. Questa struttura riflette un percorso interiore che tocca temi come la condizione esistenziale del poeta, l’aridità del paesaggio ligure e l’impossibilità di raggiungere una pienezza di vita.

Lo stile di Montale è caratterizzato da suoni duri, ritmi spezzati e da un andamento a volte prosastico. Il poeta utilizza il verso libero, ma non disdegna l’endecasillabo, creando un’armonia dissonante che riflette la sua visione del mondo. La sua poetica degli oggetti, in cui gli oggetti umili e dimessi diventano equivalenti di concetti astratti, contribuisce a creare un rapporto razionale con la realtà.

La raccolta corrisponde al primo Montale, profondamente legato alla sua terra natia. I soggiorni a Monterosso, celebrati in molti versi, hanno lasciato un’impronta indelebile sulla sua opera. Montale si confronta con diverse influenze filosofiche e letterarie, da Schopenhauer a D’Annunzio, da Pascoli a Gozzano, per poi sviluppare un linguaggio poetico del tutto originale.

Per orientarsi fra testo e contesto

Rileggere oggi Ossi di seppia, a un secolo dalla sua pubblicazione, è un’opportunità per riscoprire Montale, per immergersi nella sua lingua e nel suo pensiero, lontano da qualsiasi consolazione ma fortemente orientato a cercare la verità. Il poeta ci guida lungo un cammino di consapevolezza, ricordandoci che la realtà non è mai pienamente accessibile e che il tempo non si arresta. Tuttavia, proprio in questa consapevolezza, la poesia può offrire uno spazio in cui il pensiero può sostare, un respiro in cui intravedere, oltre il muro, un frammento di infinito.

Ossi di seppia è stato pubblicato per la prima volta il 15 giugno 1925 da Piero Gobetti editore a Torino. Nel 1928, una seconda edizione, rivista e ampliata con sei nuove liriche, fu pubblicata da Ribet, sempre a Torino. Nel corso degli anni, l’opera ha conosciuto numerose edizioni, tra cui quella del 1942 per Einaudi e quella del 2003 per Mondadori, curata da Pietro Cataldi e Floriana D’Amely.

Io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo e questo è uno dei suoi titoli di nobiltà. Ma non è il solo, essendo la poesia una produzione o una malattia assolutamente endemica e incurabile.

(Dal discorso di Montale in occasione del conferimento del Premio Nobel)


Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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