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- Guglielmo Petroni torna in libreria con nuove edizioni di Il mondo è una prigione e Le lettere da Santa Margherita.
- Nato a Lucca nel 1911, Petroni è passato dal semi-analfabetismo fino a diventare una figura centrale nella cultura italiana del Novecento.
- La sua vita è stata caratterizzata dall’amicizia con figure come Montale, Gadda, Vittorini e Pratolini.
Il mondo è una prigione di Gugliemo Petroni esce in una nuova edizione per La Nave di Teseo il 25 aprile 2025, a 80 anni dalla Liberazione. Contemporaneamente, Succedeoggi Libri dà alle stampe Le lettere da Santa Margherita, un’opera meno conosciuta della prima ma altrettanto significativa. Il mondo è una prigione, pubblicato originariamente nel 1945, è considerato un pilastro della letteratura resistenziale, mentre Le lettere da Santa Margherita torna sugli scaffali a 70 anni dall’ultima edizione, arricchito da una selezione di scritti morali.
Il multiforme talento di Guglielmo Petroni
Guglielmo Petroni non è stato solo uno scrittore di rilievo, ma anche un pittore e critico d’arte. La sua vita, segnata da esperienze drammatiche come la prigionia nel carcere delle SS di via Tasso a Roma, ha influenzato profondamente la sua produzione artistica e letteraria. La sua città natale, Lucca, ha ospitato dal 25 gennaio al 16 marzo 2025 una mostra intitolata “Guglielmo Petroni – Il segno e la parola”. La mostra ha permesso di conoscere l’artista, mettendo in evidenza come il suo talento si estendesse oltre la sola produzione letteraria. L’interesse per Petroni è testimoniato anche dalla traduzione in francese de Il mondo è una prigione, che sarà pubblicata da Edition Conference.
Le domande di Gugliemo Petroni valide ancora oggi
Alessandro Portelli, nella sua introduzione alla nuova edizione de Il mondo è una prigione, spiega che il testo va oltre la semplice narrazione della Resistenza per tentare di porre domande sul nostro attuale contesto. I quesiti che Petroni sollevava nel periodo postbellico rimangono ancora rilevanti, un avvertimento a mantenere vivo il ricordo delle lezioni del passato mentre ci confrontiamo con le prove del tempo presente. In un’epoca in cui la memoria storica sembra smaterializzarsi sempre più in fretta, la figura di Guglielmo Petroni risplende come un emblema di consapevolezza e impegno.
Queste nuove edizioni vanno viste non solo come un doveroso riconoscimento storico, ma anche come un’opportunità per meditare su come passato e futuro siano strettamente connessi.
«Quanto più vidi gli altri cercare affannosamente qua e là qualche cosa da fare, la nuova casa in cui abitare, io, pur non avendo più nulla, sentii il bisogno di cercare soltanto in cuor mio, nella mia vita intima un nuovo equilibrio, una nuova giustificazione alla necessità di vivere, alla volontà di essere in qualche modo con le sofferenze e le gioie dei più»
Per orientarsi fra testo e contesto
Guglielmo Petroni, nato a Lucca nel 1911, ha attraversato un percorso di vita straordinario, passando da una condizione di povertà e semi-analfabetismo fino a diventare una figura centrale nella cultura italiana del Novecento. La sua amicizia con figure come Montale, Gadda, Vittorini e Pratolini, e la sua partecipazione attiva alla Resistenza, hanno arricchito la sua visione del mondo.
Tra i suoi contributi letterari più significativi, vale la pena menzionare La casa si muove (1950), Noi dobbiamo parlare (1955), Il colore della terra (1964), La morte del fiume (1974, che gli valse il Premio Strega) e Il nome delle parole (1984, Premio selezione Campiello). Queste opere, insieme alle nuove edizioni del 2025, offrono una chiave di lettura critica per comprendere il presente al di là delle mere commemorazioni.