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Luca Marinelli è Mussolini nella serie «M. Il figlio del secolo»

La nuova serie di Sky, tratta dal romanzo di Antonio Scurati, porta sullo schermo la vita del Duce e promette di far discutere.
  • Luca Marinelli interpreta Mussolini senza interventi di protesi, adottando il metodo Actor Studios.
  • La serie è composta da otto episodi e va in onda a partire dal 10 gennaio 2025 su Sky Atlantic.
  • Le riprese si sono svolte tra Roma, Napoli e Gorizia con scene di massa che hanno coinvolto fino a 400 comparse.

Va in onda stasera su Sky Atlantic la prima puntata della serie televisiva “M. Il figlio del secolo”, dedicata alla figura di Benito Mussolini. La serie, diretta dal regista britannico Joe Wright, è tratta dal romanzo omonimo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega 2019. Composta da otto episodi, è distribuita da Sky e vede Luca Marinelli nei panni di Mussolini.

Il romanzo da cui è tratta la serie è il primo di una quadrilogia che si concentra sull’ascesa al potere di Mussolini. La narrazione inizia nel 1919, con la fondazione dei Fasci italiani di combattimento, e culmina nel 1925 con il discorso che segna l’inizio della dittatura fascista. La sceneggiatura è stata affidata a Stefano Bises e Davide Serino, noti per i loro lavori in serie come “Gomorra”, “Esterno notte” e “1992”. Joe Wright porta la sua esperienza in film come “Orgoglio e pregiudizio” (2005), “Espiazione” (2007) e “Anna Karenina” (2012).

La trasformazione di Luca Marinelli e la sfida della serie

Uno degli aspetti più attesi della serie è la performance di Luca Marinelli, un attore noto per la sua versatilità e il suo talento. Marinelli, che ha collaborato con registi del calibro di Paolo Virzì, Paolo Sorrentino e i fratelli Taviani, ha affrontato un ruolo complesso e sfaccettato. Inizialmente scettico, Antonio Scurati è stato poi convinto dalla trasformazione fisica dell’attore: «Si è imbruttito, ha preso peso e massacrato i capelli, adottando il metodo Actor Studios, senza interventi di protesi. Adesso è un Mussolini accettabile».

La serie promette di essere dirompente, come ha avuto modo di affermare lo stesso Scurati: «Quando mi hanno mostrato le prime immagini, tutte le mie riserve si sono sciolte. La serie utilizza un linguaggio contemporaneo, pur raccontando accadimenti di cento anni fa». Le riprese, durate sei mesi, si sono svolte principalmente a Roma, Napoli e Gorizia, con un ritmo intenso che ha richiesto l’uso di una seconda unità guidata da Sophie Muller.

Un progetto ambizioso e di respiro internazionale

“M. Il figlio del secolo” è uno dei progetti più ambiziosi di Sky, come ha sottolineato Nils Hartmann, Senior Vice President di Sky Italia: «Abbiamo girato scene di massa con 400 comparse, sarà una serie storica che racconterà ai giovani la contemporaneità attraverso la nostra storia». Presentata in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia, ha suscitato in questi giorni un acceso dibattito in seguito a certe dichiarazioni controverse di Marinelli.

La produzione è stata curata da Sky Studios e Lorenzo Mieli per Apartment Pictures, in collaborazione con Pathé. La distribuzione internazionale è affidata a Fremantle. La serie ripercorrerà la storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 al discorso di Mussolini in parlamento dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti nel 1925. Offrirà uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali, con la moglie Rachele, l’amante Margherita Sarfatti e altre figure iconiche dell’epoca.

Per orientarsi fra testo e contesto

La serie “M. Il figlio del secolo” non è solo un adattamento televisivo di un romanzo storico, ma un’opera che mira a far riflettere il pubblico su un periodo cruciale della storia italiana. La politica della paura, come ha ricordato Scurati, è ancora viva e vegeta, e la produzione televisiva offre l’opportunità di ragionare sul passato per comprendere meglio il presente.

Per i lettori occasionali, un consiglio di lettura correlato potrebbe essere Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, un altro romanzo che esplora le dinamiche sociali e politiche dell’Italia fascista. Per i lettori esperti, invece, La banalità del male di Hannah Arendt aiuta a comprendere la natura del totalitarismo e della dittatura.

Articolo pubblicato il 3 agosto 2024 e aggiornato il 10 gennaio 2025
Articolo scritto al 99% dall’AI, con una correzione opzionale da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il contenuto dall’articolo.(scopri di più)
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