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Attorno a un piccolo sondaggio sui lettori effettivi di libri

Leggere è ancora un’attività amata dagli italiani? Per capirlo ho condotto personalmente una survey su Linkedin e Whatsapp. Ecco che cosa è emerso.
  • Secondo un sondaggio condotto su Linkedin e Whatsapp, il 62% dei rispondenti ha già letto un libro nel 2025,
  • Il sondaggio ha ottenuto 31 risposte, nonostante i 1.373 follower dello scrivente, il che solleva dubbi sulla rilevanza della lettura.
  • Le dichiarazioni di Giorgia Meloni, che sostiene di non aver letto un libro negli ultimi due anni, non aiutano.

Chi sono (se ci sono) i lettori di libri? Ho condotto un sondaggio a metà gennaio del 2025, al quale hanno partecipato 31 persone, per verificare l’interesse effettivo per la lettura. Con 26 risposte provenienti da Linkedin e 5 da Whatsapp, il 62% ha dichiarato di aver già letto almeno un libro nel corso del 2025. Una statistica che, al netto di numeri poco rappresentativi, sembra più incoraggiante rispetto a quelle dell’Istat: nel nostro Paese pare che meno del 40% delle persone legga almeno un libro all’anno.

Nonostante il focus principale di Linkedin sia orientato al networking e alla carriera, una certa percentuale dei suoi utenti dimostra una propensione alla lettura, anche se Linkedin è tipicamente percepita come una piattaforma da utilizzare per scopi lavorativi. La scarsa partecipazione al sondaggio, rispetto ai miei 1.373 follower, confermerebbe comunque che i libri faticano a mantenere una loro posizione al centro dell’interesse professionale delle persone. Ma solleva anche una questione generale: leggere un libro ha ancora un valore?

Il contesto culturale e il declino della lettura

Il contesto culturale italiano è attualmente caratterizzato da una percepibile riduzione dell’interesse per la lettura. Le statistiche dell’Istat citate prima indicano un declino progressivo dell’abitudine a leggere, con un consistente calo specialmente tra le generazioni più giovani. La competizione con contenuti digitali immediati e spesso frammentati ha eroso il tempo dedicato alla lettura, racchiusa in un contesto di trasformazione culturale che vede avanzare il potere delle grandi piattaforme online a discapito di circuiti tradizionali come le librerie.

Mentre i giovani navigano abilmente attraverso i contenuti online, i libri sembrano perdere attrazione, surclassati da video brevi e intrattenimento su social media come TikTok e Instragram. La mancanza di tempo e attenzione necessarie alla lettura tuttavia suscita una discussione più ampia. Questo scenario di disimpegno può essere accompagnato da una certa riconsiderazione nei confronti del sistema educativo che, paradossalmente, non promuove come dovrebbe il piacere intrinseco della lettura, trattandola più come un obbligo.
In parallelo, le generazioni mature, che dovrebbero essere sostenitrice appassionate della pratica, sembrano essere afflitte da una diminuzione analoga a quella delle giovani generazioni, probabilmente a causa di impegni lavorativi intensi e a una crescente dipendenza dai media digitali per l’informazione e l’intrattenimento. E questo nonostante il proliferare di festival letterari, premi e iniziative di promozione del libro.

Cosa ne pensi?
  • 📚 Una luce di speranza per la lettura in Italia......
  • 📉 Ancora un passo verso il declino della cultura libraria......
  • 🔄 Forse un'opportunità nascosta nel trend digitale......

Meloni e l’esempio di una nazione distratta

Un esempio emblematico di questo allontanamento dalla lettura è rappresentato dalla stessa Premier Giorgia Meloni, la quale ha recentemente affermato di non aver letto un libro diverso dal Pnrr negli ultimi due anni. La confessione della Premier offre uno spaccato intimo della sua vita frenetica da leader politico, rivelando come gli impegni istituzionali restringano il tempo dedicato ai piaceri intellettuali. Tale distanza dal libro racconta un pezzo della storia culturale dell’Italia contemporanea.

Nel corso di un anno denso di sfide politiche e sociali, la figura di Meloni si posiziona al centro del dibattito culturale e intellettuale che attraversa il Paese. Le sue parole suggeriscono un’allarmante tendenza al passaggio da una lettura profonda a forme di connessione più rapide e frammentarie che si traducono in una perdita di quello che era, ed è, un importante motivo di arricchimento personale. Chissà se le sue promesse di «trovare il tempo di guardare tutte queste belle serie tv e di tornare a fare le cose che fanno gli umani», pur velatamente ironiche, saranno mantenute.

In questo contesto, non è insolito chiedersi come il divario tra cultura e politica debba essere affrontato e colmato, per garantire che i rappresentanti istituzionali siano non solo figure pubbliche ma anche modelli di conoscenza. Colmare questo divario rappresenta una delle molte sfide che la società odierna deve affrontare se vuole preservare il libro come un mezzo fondamentale di sviluppo intellettuale e umano.

Per orientarsi fra testo e contesto

Affrontando la sfida dell’allontanamento dal libro, diventa essenziale riflettere su precedenti opere e movimenti letterari che hanno plasmato il panorama culturale odierno. Un parallelo interessante emerge con i lavori di autori storici che hanno sfidato i limiti dell’epoca, come Alessandro Manzoni con I promessi sposi, il quale, con la sua attenzione a 25 lettori immaginati, intendeva parlare al cuore di un popolo intero.

La diversificazione dei mezzi di comunicazione non dovrebbe significare una riduzione della qualità intellettuale dei contenuti. L’attuale panorama rappresenta non solo una sfida, ma un’opportunità di integrazione e arricchimento reciproco tra diverse forme di espressione. L’introduzione di nuove tecnologie, se utilizzate con discernimento, potrebbe creare connessioni significative fra testo e contesto, avvicinando persino le nuove generazioni al patrimonio culturale rappresentato dalla letteratura, dalla poesia, dal teatro e dal cinema moderno.

Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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