Piergiorgio Pulixi, quando il noir parla la lingua della Sardegna

L’ultimo romanzo di Piergiorgio Pulixi, La donna nel pozzo (Feltrinelli, 2024) è un esempio emblematico del genere noir. Ambientato tra le bellezze naturali della Sardegna e la vivacità urbana di Roma, il libro riesce a intrecciare magistralmente l’oscuro e il sublime, offrendo al lettore un’esperienza immersiva e coinvolgente. La Sardegna, con i suoi paesaggi mozzafiato, diventa il palcoscenico di una vicenda fosca e inquietante, in cui i protagonisti si muovono tra le ombre di un passato che non dà tregua.

Il romanzo si distingue per la capacità di Pulixi di creare un’atmosfera densa e opprimente, in cui i confini tra bene e male si sfumano, lasciando spazio a una riflessione profonda sulla natura umana. Il lettore è trascinato in un vortice di emozioni contrastanti, dove la bellezza dei luoghi si scontra con la brutalità degli eventi narrati. La Sardegna diventa così un personaggio a sé stante, con i suoi misteri e le sue contraddizioni, che amplificano il senso di inquietudine e di attesa.

Il noir come specchio della società

La donna nel pozzo non è solo un thriller avvincente, ma anche una critica sottile e pungente ai meccanismi che regolano il mondo editoriale e la società contemporanea. Pulixi non si limita a raccontare una storia di crimine e indagine, ma esplora le dinamiche di potere e le relazioni umane, mettendo in luce le fragilità e le ambiguità dei suoi personaggi.

La narrazione si sviluppa attraverso una serie di colpi di scena e rivelazioni che tengono il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. La comicità grottesca che pervade alcune scene aggiunge un ulteriore livello di complessità al romanzo, costringendo il lettore a riflettere sulle contraddizioni e le assurdità della vita moderna. I personaggi, con le loro vite grigie e le loro aspirazioni frustrate, diventano specchi delle nostre stesse paure e speranze, in un gioco di specchi magistrale.

Un finale che lascia il segno

Il finale del romanzo è un crescendo di tensione e pathos, in cui i nodi della trama si sciolgono in modo inaspettato e sorprendente. Pulixi riesce a mantenere alta l’attenzione del lettore sino in fondo con una conclusione che, pur risolvendo i misteri principali, lascia aperte nuove domande e riflessioni.

La scelta di utilizzare il simbolo del pozzo come metafora della condizione umana è particolarmente efficace e suggerisce l’idea di un abisso interiore da cui è difficile emergere. I personaggi, intrappolati nelle loro stesse contraddizioni, cercano disperatamente una via d’uscita, ma il loro destino sembra già segnato. Il romanzo si chiude con una nota di amarezza e di speranza, lasciando al lettore il compito di trarre le proprie conclusioni.

Per orientarsi fra testo e contesto

La donna nel pozzo si inserisce in una tradizione letteraria che ha visto il noir evolversi da semplice genere di intrattenimento a strumento di analisi sociale e psicologica. Piergiorgio Pulixi, con la sua prosa incisiva e il suo sguardo critico, riesce a catturare l’essenza di questo cambiamento, dando al lettore un’opera che è al tempo stesso avvincente e profondamente riflessiva.

Per chi ha già apprezzato le opere precedenti di Pulixi, questo romanzo rappresenta una conferma del suo talento e della sua capacità di innovare il genere noir. Per chi invece si avvicina per la prima volta a questo autore, La donna nel pozzo è un’ottima occasione per scoprire una voce originale e potente nel panorama letterario italiano.