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- Gino Castaldo fa il suo esordio nella narrativa con il romanzo Il ragazzo del secolo o della rivoluzione perduta.
- Il romanzo di Castaldo intreccia la vita di Luigi con figure celebri come Andrea Pazienza e Rino Gaetano.
- Il protagonista si confronta con l’impatto della droga e della violenza, che influenzarono i movimenti giovanili tra gli anni Sessanta e Settanta.
Gino Castaldo, noto critico musicale italiano, fa il suo esordio nella narrativa con il romanzo Il ragazzo del secolo o della rivoluzione perduta, pubblicato da HarperCollins Italia nel 2025. Nel libro, che unisce storie di ieri e melodie, la trama ruota attorno alla vita di Luigi, un bambino nato a Napoli nel 1950, e alla sua crescita in un’epoca di intensi cambiamenti culturali e sociali. Quando Luigi ha solo pochi mesi, la sua famiglia decide di trasferirsi a Roma, città in cui viene avvolto dalla vibrante atmosfera degli anni Sessanta. Le sonorità delle bande internazionali, con ritmi coinvolgenti e provocatori, sembrano presagire un imminente futuro eclatante.
La storia privata di Luigi si intreccia con il percorso di figure illustri, come Andrea Pazienza, Freak Antoni, Paolo Pietrangeli, e Rino Gaetano. Il romanzo analizza le fondamenta delle prime connessioni profonde, i primi amori e il diffondersi della volontà di trasformazione tipica di quel periodo. Negli anni Settanta, si osservano speranze seguite da delusioni. Nello stesso decennio, Luigi si sposa e si immerge in progetti di scrittura e impegno politico tra grandi sommovimenti.
Il ragazzo del secolo come racconto di una generazione
La piaga della droga e l’improvvisa impennata di violenza compromettono i sogni di Luigi, costringendolo a fare i conti con le sue prime amare utopie infrante e con le ombre di un’epoca che non porta con sé solo mutamenti positivi. Il ragazzo del secolo non racconta solo la vicenda personale di Luigi, ma è anche il racconto di una generazione che ha vissuto un periodo di cambiamenti, aspirazioni e fantasie. Verso la fine degli anni Sessanta avviene una graduale diffusione del rock e delle tendenze emergenti, in linea con l’aspirazione alla libertà tra i giovani.
Luigi, come tanti ragazzi della sua età, si lascia trasportare da questo processo di libertà creativa e sociale in un contesto di profondi sconvolgimenti nei comportamenti e nelle abitudini. La fine degli anni Sessanta è caratterizzata dalle proteste, nonché dal desiderio di scoperta coltivato attraverso viaggi mistici. Ai focherelli di un futuro illusorio si accompagnano visioni di grandezza.
- Un avvincente omaggio agli anni '60 e '70... 🎶✨...
- Poco incisivo, le aspettative erano diverse... 😕...
- Un viaggio nel tempo attraverso le note... 🎸🕰️...
Un critico musicale che diventa romanziere
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Castaldo è un esperto di musica con una carriera decennale alle spalle. Giornalista fin dalle origini di La Repubblica, le sue esperienze si estendono dalle trasmissioni radio alle organizzazioni di incontri, tra cui le Lezioni di Rock tenute a Roma insieme a Ernesto Assante.
Nella sua transizione dalla critica pura alla narrativa, Castaldo impiega la sua competenza per costruire un ambiente con un’ampia narrazione delle esperienze umane e dei cambiamenti storici che ha osservato da vicino. In questo modo la sua non è solo una mera cronaca, ma piuttosto una narrazione che integra vicende personali con scenari storici che hanno riguardato un’intera generazione. Se si legge la sua recente opera, Il cielo bruciava di stelle. La stagione magica dei cantautori italiani, si scopre che la sua passione verso la sfera musicale non viene meno neppure nel romanzo Il ragazzo del secolo. In entrambi i casi, Castaldo rimane un testimone di eccellenza di un’epoca che continua a catturare l’immaginazione.
Per orientarsi fra testo e contesto
Il ragazzo del secolo offre uno sguardo su una fase di grandi trasformazioni, un intervallo in cui la musica e le correnti popolari giocarono un ruolo cardine nel formare le identità personali e collettive. Attraverso la saga di Luigi, il lettore è incoraggiato a riflettere su come sogni e speranze individuali possano essere minacciati da violenti fattori esterni, come la violenza e la dipendenza, che rischiano di sgretolare tutto ciò che si è faticosamente costruito.
In ultima istanza, il debutto narrativo di Gino Castaldo funge non solo da omaggio a una generazione, ma altresì come invito a esaminare le proprie radici culturali per tentare di comprendere come le esperienze passate possano illuminare il presente. Per chi ha camminato su quei sentieri, il romanzo è un richiamo a un periodo di vaste speranze, con l’opportunità per le nuove generazioni di svelare un’epoca caratterizzata da grande fermento.