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- Dal 16 novembre 2024 non si hanno più notizie di Boualem Sansal, lo scrittore algerino noto per la sua critica contro il fondamentalismo islamista.
- La sua produzione narrativa riflette un impegno instancabile nell'esplorare i drammi politici e sociali dell'Algeria moderna.
- In Italia tre delle sue opere sono state tradotte finora da Neri Pozza: Il treno di Erlingen, Nel nome di Allah e 2084. La fine del mondo.
Dal 16 novembre non si hanno più notizie di Boualem Sansal, lo scrittore algerino noto per le sue posizioni critiche nei confronti del fondamentalismo islamista. Il suo arresto, avvenuto all’aeroporto di Algeri, ha sollevato un’ondata di preoccupazione a livello internazionale. Lo scrittore è stato fermato dalle autorità senza che siano state fornite spiegazioni ufficiali. La notizia, inizialmente diffusa sui social media, ha rapidamente catturato l’attenzione di editori, lettori e politici, suscitando un acceso dibattito sulla libertà di espressione e sui diritti umani. L’editore Neri Pozza, che ha tradotto finora tre delle sue opere per il pubblico italiano, ha scritto in una nota:
Apprendiamo con sgomento e viva preoccupazione la notizia dell’arresto ad Algeri di Boualem Sansal, di cui siamo con grande orgoglio editore italiano. Non si hanno notizie di Boualem Sansal da alcuni giorni. Contro ogni censura del libero pensiero, e sempre schierati dalla parte della libertà di parola, ci associamo con forza a tutti coloro che ne chiedono l’immediata liberazione.
Chi è Boualem Sansal
Nato nel 1949 in Algeria, Boualem Sansal vive a Boumerdès, nei pressi di Algeri. Alto funzionario del ministero dell’Industria algerino fino al 2003 (incarico da cui fu allontanato per i suoi scritti e le sue prese di posizione politica), ha vinto il Prix du premier Roman e il Prix Tropiques 1999 con il suo primo romanzo Le serment des barbares, il Grand Prix RTL-Lire 2008 con Le Village de l’Allemand e il Grand Prix du roman 2015 de l’Académie française con 2084. La fine del mondo. Nel 2014 è stato nominato per il Premio Nobel per la letteratura.
La sua produzione narrativa riflette un impegno instancabile nell’esplorare i drammi politici e sociali dell’Algeria moderna. Scrittore audace e critico delle derive autoritarie del governo algerino, Sansal è stato ripetutamente censurato per le sue posizioni fino al presunto arresto di questi giorni.
Le opere pubblicate da Neri Pozza
Il treno di Erlingen
Nel romanzo Il treno di Erlingen, pubblicato da Neri Pozza nel 2021, Élisabeth Potier, docente di storia e geografia in pensione, è una vittima collaterale dell’attentato islamico del 13 novembre 2015 a Parigi. Dopo alcuni giorni passati tra la vita e la morte, la donna esce dal coma con un’altra personalità, la stessa con cui morirà un mese dopo. Per decifrare la testimonianza scritta che ha lasciato a sua figlia Léa, occorre passare attraverso l’incredibile racconto della baronessa Ute von Ebert, residente a Erlingen, in Germania. Da settimane Ute vive rinchiusa, minacciata da un misterioso nemico che, come un’epidemia, si diffonde per ridurre la specie umana in schiavitú. Per sfuggire a questa minaccia, gli abitanti di Erlingen attendono con trepidazione l’arrivo del treno che li porterà in salvo.
Attraverso una serie di lettere che Ute scrive a sua figlia Hannah traspaiono tutta l’angoscia e l’incertezza per una situazione ai limiti della realtà: ogni giorno viene detto ai cittadini di Erlingen che il treno arriverà, per poi sostenere il contrario.
Come è cominciato tutto questo? In che modo le storie di Élisabeth Potier e Ute von Ebert, eltre a quelle delle loro figlie Léa e Hannah, sono collegate tra di loro?
Quella di Boualem Sansal è una storia avvincente che si discosta dagli schemi narrativi tradizionali per affrontare alcuni degli aspetti più controversi dell’islamismo in Europa.
Nel nome di Allah. Origine e storia del totalitarismo islamista
Non un trattato accademico, né un’inchiesta giornalistica, ma la ricostruzione narrativa basata sulla testimonianza di uno scrittore, Nel nome di Allah, edito nel 2018, tratta dell’ascesa dell’islamismo nel mondo arabo. Il volume prende le mosse da quando i primi predicatori religiosi islamisti, per lo più membri dei Fratelli musulmani, fecero la loro comparsa in Algeria all’indomani della guerra di liberazione dalla colonizzazione francese (1954-1962).
In quegli anni l’Algeria era «la Mecca dei rivoluzionari», un paese socialista, terzomondista, profondamente laico, guardato con ammirazione in tutto il mondo. Algeri era una città dove accorrevano Che Guevara, Castro, Mandela, il generale Giap e altri “eroi” delle guerre di liberazione dell’epoca. Anni dopo quell’islamismo in apparenza così misero e insignificante si era diffuso così tanto, attraverso la rete delle moschee e dei suk, da mobilitare folle immense fino a prendere il controllo del paese.
Nel nome di Allah aiuta a capire come tutto questo sia stato possibile, ripercorrendo la storia delle varie correnti, scuole e movimenti dell’islamismo, nonché del suo rapporto con una cultura “araba” che sembra aver soppiantato del tutto quei germi rivoluzionari da cui sfociò la lotta per l’indipendenza.
2084. La fine del mondo
Ispirato alla celebre opera di George Orwell, 2084. La fine del mondo è stato pubblicato in Italia nel 2016. Racconta un mondo futuro dove tutti gli incubi del presente sembrano realizzati nella forma di una feroce teocrazia totalitaria. Il paese immaginario si chiama Abistan ed è un impero cosí vasto da coprire buona parte del mondo. La data del 2084 è presente ovunque, stampata nel cervello di ognuno, pronunciata in ogni discorso, impressa sui cartelli commemorativi affissi accanto alle vestigia dello Shar, la Grande Guerra santa contro i makuf, i propagandisti della “Grande Miscredenza”.
Nessuno sa in realtà a che cosa corrisponda davvero quella data. Qualcuno dice che ha a che fare con l’inizio del conflitto, altri con un suo particolare episodio. Altri ancora che riguardi l’anno di nascita di Abi, il Delegato di Yölah. Oppure il giorno in cui Abi fu illuminato dalla luce divina, al compimento del suo cinquantesimo anno di età. In ogni caso, è da allora che l’immenso paese, che era detto semplicemente il «paese dei credenti», fu chiamato Abistan, il mondo in cui ci si sottomette gioiosamente alla volontà di Yölah e del suo rappresentante in terra, il profeta Abi. Tutti i riferimenti all’Islam non sono casuali.
Per orientarsi fra testo e contesto
A gennaio 2024, Gallimard ha pubblicato Vivre, l’ultimo attesissimo libro di Sansal. L’opera, già al centro delle trattative per un’edizione italiana con Neri Pozza, è un manifesto esistenziale. Sansal esplora il valore della vita in un mondo segnato dalla distruzione e dalla perdita di senso, mescolando riflessioni filosofiche e narrazioni intime. Il libro si preannuncia come un contributo significativo alla sua visione critica della modernità. Lo stile di Sansal, anche in quest’ultima opera, è caratterizzato da una prosa lucida e lirica, capace di mescolare descrizioni vivide e analisi profonde.
Le sue opere fondono il rigore intellettuale con un’intensità narrativa che cattura il lettore. L’autore non teme di confrontarsi con temi scomodi, come la violenza, la corruzione e l’integralismo religioso. Motivo per il quale è stato a lungo bersaglio del regime algerino per la sua schiettezza. Il suo licenziamento dal Ministero dell’Industria nel 2003, la censura di molte sue opere in Algeria e la scomparsa di questi giorni dimostrano l’intolleranza verso la sua voce dissidente. Un’intolleranza alla quale si è da sempre opposto il suo rifiuto ad allinearsi alle narrazioni ufficiali, insieme alla critica verso l’autoritarismo e il fondamentalismo di matrice islasmista. Speriamo che tutto questo adesso non abbia per lui delle conseguenze irreparabili.