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Danilo Kiš, lo scrittore jugoslavo che rischia di essere dimenticato

A novant’anni dalla nascita, il paradosso di un autore le cui opere, scritte per salvare dall’oblio altri autori, potrebbero oggi non essere più lette.
  • Danilo Kiš, nato nel 1935 e morto nel 1989, è uno dei più grandi scrittori jugoslavi che ha vissuto le tragedie del suo tempo.
  • Nei suoi racconti, la parola scritta assume un potere quasi demiurgico, in grado di dare vita a personaggi che altrimenti sarebbero destinati all’oblio.
  • La raccolta postuma Il liuto e le cicatrici, pubblicata per Adelphi nel 1994, contiene sei racconti inediti che mescolano autobiografia e storia.

A novant’ann dalla nascita, Danilo Kiš è uno scrittore jugoslavo di lingua serbo-croata che va ricordato. Nato a Subotica, Serbia settentrionale, il 22 febbraio 1935 e deceduto a Parigi il 15 ottobre 1989, Kiš ha vissuto un’esistenza segnata dalle tragedie del suo tempo, tra cui la deportazione del padre, ebreo ungherese, ad Auschwitz. La sua opera, caratterizzata da una profonda riflessione sulla storia e sulle sue vittime, si distingue per la capacità di intrecciare la narrativa con la realtà, in un mosaico narrativo che comprende i temi della morte, dell’esilio e della memoria.

Tra i suoi libri tradotti in Italia, Il liuto e le cicatrici, pubblicato postumo nel 1994 e curato da Mirjana Miočinović, ex moglie dell’autore, è una raccolta di sei racconti inediti scritti tra il 1980 e il 1986. I racconti, ritrovati tra i manoscritti di Kiš, sono un esempio perfetto del suo stile che combina elementi autobiografici con personaggi storici reali, come Ödön von Horváth e Ivo Andric, in un gioco di “documento-finzione”. L’opera è stata pubblicata da Adelphi, un editore che ha contribuito a diffondere il lavoro di Kiš a livello internazionale.

I temi cari a Danilo Kiš

Kiš utilizza la narrazione come un mezzo per resistere all’oblio imposto dai regimi totalitari. Nei suoi racconti, la letteratura diventa un rifugio, un luogo dove le storie personali e familiari trovano un senso e una voce. Questo è particolarmente evidente in Il liuto e le cicatrici, dove i protagonisti affrontano il loro destino con una stoica accettazione, simile a quella descritta nell’Enciclopedia dei morti, un’altra opera fondamentale di Kiš pubblicata nel 1983.

In Il liuto e le cicatrici, la morte è un tema ricorrente, ma non è mai trattata in modo scontato. Al contrario, Kiš esplora la sua inevitabilità e il suo impatto sui personaggi, spesso intrecciando il destino individuale con eventi storici più ampi. Questo approccio conferisce alle sue storie una profondità e una risonanza che vanno oltre il semplice racconto, trasformandole in riflessioni sulla condizione umana.

Cosa ne pensi?
  • Un omaggio potente alla memoria storica di Ki?... 📚...
  • Opera pesante e complessa, potrebbe non piacere a tutti... 😕...
  • E se la narrazione fosse un'arma contro l'oblio?... 🤔...

La parola e la memoria in Danilo Kiš

La scrittura di Kiš è caratterizzata da una prosa elegante, capace di evocare immagini vivide e di trasmettere emozioni profonde. Nei suoi racconti, la parola scritta assume un potere quasi demiurgico, in grado di dare vita a personaggi e situazioni che altrimenti sarebbero destinati al dimenticatoio. Questo è particolarmente evidente nel racconto Il senza patria dove la figura di Endre Ady, poeta ungherese, viene riportata alla vita attraverso la narrazione.

Kiš stesso ha descritto la scrittura come una vocazione, una forma di sopravvivenza in un mondo spesso ostile. Nei suoi saggi, raccolti in Homo Poeticus (Adelphi, 2009), l’autore riflette sulla natura della scrittura e sul suo ruolo nella propria vita, sottolineando come essa sia stata una forma di resistenza, nonché l’espressione della sua insoddisfazione verso il mondo.

Per orientarsi fra testo e contesto

L’opera di Danilo Kiš è una finestra unica sulla storia e sulla cultura dell’Europa del XX secolo, che tocca temi universali attraverso il prisma delle sue esperienze personali. La sua capacità di intrecciare realtà e finzione, di dare voce a personaggi dimenticati dalla cronologia ufficiale, rende la sua opera un contributo inestimabile alla letteratura mondiale.

Per chi desidera approfondire la conoscenza di Kiš, Il liuto e le cicatrici può rappresentare un punto di partenza ideale, poiché offre una panoramica del suo stile e dei suoi temi principali. Le sue opere precedenti, come Giardino, cenere e Dolori precoci danno ulteriori spunti di riflessione sulla sua visione del mondo e sulla sua capacità di trasformare la narrazione in un potente strumento di resistenza e memoria.


Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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