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- Mario Vargas Llosa è morto il 13 aprile 2025 a Lima, in Perù, all’età di 89 anni.
- Vargas Llosa ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura nel 2010, un riconoscimento per la sua «cartografia delle strutture del potere».
- Oltre alla narrativa, Vargas Llosa ha dimostrato una versatilità intellettuale rara, spaziando dal teatro alla saggistica.
Il mondo della letteratura piange la scomparsa di Mario Vargas Llosa, avvenuta il 13 aprile 2025 a Lima, in Perù. Il celebre romanziere, premio Nobel per la letteratura nel 2010, si è spento all’età di 89 anni, lasciando un’eredità letteraria immensa e un vuoto nel panorama culturale mondiale.
La vita e il percorso letterario di un gigante
Mario Vargas Llosa nacque il 28 marzo 1936 ad Arequipa, città peruviana intrisa di storia e cultura, Nato ad Arequipa il 28 marzo 1936, è stato una figura di spicco del cosiddetto “Boom” latinoamericano, un movimento letterario che negli anni Sessanta e Settanta ha rivoluzionato la narrativa del continente. Fin da giovane mostrò un’attitudine eccezionale per la scrittura, cimentandosi in svariati ambiti letterari: dai romanzi ai drammi teatrali, passando per i saggi. La sua passione per la letteratura si concretizzò negli anni Sessanta con la pubblicazione de La città e i cani (1962), un’opera che offriva una cruda e realistica analisi della vita in un’accademia militare peruviana. Il romanzo riscosse un successo immediato, consacrando Vargas Llosa come una delle voci più importanti della letteratura latinoamericana. In Italia l’opera è edita da Einaudi.
Successivamente, Vargas Llosa pubblicò La casa verde (1966), un romanzo complesso e affascinante che intreccia diverse storie, in un vivido affresco della società peruviana. Il suo stile è caratterizzato da una prosa coinvolgente e da una prospettiva critica che affronta con severità le disuguaglianze sociali e i dissidi politici del suo tempo. La sua dedizione al mestiere di scrittore gli valse il premio Nobel per la letteratura nel 2010, un riconoscimento che lo consacrò come una delle figure più influenti del panorama letterario mondiale.
Mario Vargas Llosa, uno scrittore poliedrico
Vargas Llosa non si è limitato alla narrativa. Si è occupato anche di teatro, saggistica e giornalismo, dimostrando una versatilità intellettuale rara. La sua opera spazia da romanzi di formazione a satire sociali come Pantaleón e le visitatrici (1973), fino a opere più complesse e ambiziose come La guerra della fine del mondo (1981) ambientato nel Brasile del XIX secolo. Tra le sue opere più celebri si ricordano anche La zia Julia e lo scribacchino (1977), Elogio della matrigna e La festa del caprone (2000), un’opera potente e intensa sulla dittatura di Trujillo nella Repubblica Dominicana.
La sua produzione saggistica è altrettanto rilevante, con opere come La verità della menzogna e La letteratura è la mia vendetta, un dialogo con Claudio Magris in cui esplora il ruolo della letteratura nella società contemporanea. In Il richiamo della tribù (2018), Vargas Llosa analizza il pensiero di alcuni intellettuali liberali, come Aron, Berlin e Popper, che hanno difeso l’importanza dell’individuo rispetto alla collettività.
Un intellettuale impegnato e una voce critica
Oltre al suo talento letterario, Vargas Llosa si è distinto per il suo impegno politico e civile. Inizialmente vicino alle idee marxiste e socialista, salutò con favore la rivoluzione cubana, per poi prenderne le distanze quando il regime castrista iniziò a reprimere il dissenso. L’invasione russa della Cecoslovacchia nel 1968 segnò una svolta nel suo pensiero, portandolo ad abbracciare un umanesimo laico e un liberalismo convinto. Nel 1987 guidò le proteste contro il progetto del presidente García di nazionalizzare il sistema bancario peruviano. Nel 1990 si candidò alle elezioni presidenziali del Perù, ma fu sconfitto al secondo turno da Alberto Fujimori. Dopo il colpo di stato del 1992, in cui Fujimori sciolse il parlamento e instaurò una dittatura, Vargas Llosa si trasferì in Spagna, ottenendo la cittadinanza del paese iberico.
La sua esperienza politica, raccontata nell’autobiografia Il pesce nell’acqua (1993), edita da Einaudi, influenzò profondamente la sua opera letteraria, portandolo a riflettere sulla natura del potere, sulla debolezza e la nobiltà dell’essere umano. Un genere di riflessione che del resto è il nucleo stesso del suo pensiero, tanto da figurare esplicitamente nella motivazione del premio Nobel, attribuitogli appunto per «per la sua cartografia delle strutture del potere e per le acute immagini della resistenza, rivolta e sconfitta dell’individuo».
La sua vita fu segnata anche da eventi personali drammatici, come il precoce matrimonio con la zia acquisita Julia, dieci anni più grande di lui, e la rottura della sua lunga amicizia con Gabriel García Márquez, culminata in un pugno in un cinema nel 1976. I motivi di questa aggressione non sono mai stati chiariti.
L’eredità immensa di Mario Vargas Llosa
La notizia della morte di Vargas Llosa ha suscitato un’ondata di cordoglio in tutto il mondo. La famiglia ha optato per un funerale privato e la cremazione delle spoglie, rispettando le volontà dell’autore. Numerose personalità del mondo della cultura hanno espresso il loro dolore e reso omaggio alla sua figura, sottolineando il suo talento, il suo impegno e la sua influenza sulla letteratura contemporanea.
Mario Vargas Llosa lascia un’eredità letteraria immensa, fatta di romanzi, saggi e opere teatrali che continuano a essere letti, studiati e apprezzati in tutto il mondo. La sua opera è un invito alla riflessione, alla critica e all’impegno civile, un testamento prezioso per le generazioni future. I suoi romanzi, analizzati e approfonditi ovunque, testimoniano la sua incredibile abilità nell’affrontare argomenti intricati e di portata globale.
La sua verve investigativa ha avuto la capacità di sedurre e provocare, facendo di Vargas Llosa un modello di riferimento per chiunque desideri dedicarsi a un’analisi accurata delle questioni determinanti della società. La sua scomparsa rende orfano il panorama culturale latinoamericano di una guida e interrompe un legame significativo con le generazioni di lettori e autori che ha ispirato attraverso le sue creazioni.
È anche vero che i suoi scritti sono destinati a perdurare nel tempo, alimentando incessantemente la consapevolezza sociale e politica in un contesto mondiale sempre più articolato.
Vargas Llosa è stato il primo scrittore di lingua spagnola a entrare nell’Académie Française, nel febbraio del 2023. In quella occasioneo, dichiarò che «grazie alla Francia», paese in cui aveva iniziato a scrivere alcuni dei suoi romanzi più rilevanti, aveva scoperto «un’altra America Latina».
I venti, l’ultimo romanzo di Mario Vargas Llosa
In autunno, la casa editrice Einaudi pubblicherà postumo il suo ultimo romanzo breve, I venti, tradotto da Federica Niola. Si tratta di un racconto malinconico e umoristico insieme, che affronta i temi della solitudine e del futuro. Il protagonista è un anziano uomo smarrito nelle strade di una Madrid che sembra aver perso la sua identità. Mentre vaga alla ricerca della sua casa, è tormentato da “venti inopportuni” che lo affliggono fisicamente e metaforicamente. Il romanzo esplora la disillusione di chi si sente estraneo in un’epoca in rapida trasformazione. La Madrid descritta è una città svuotata dei suoi luoghi di cultura, con musei, librerie e cinema che cedono il passo a esperienze virtuali e immateriali. L’arte stessa si evolve in forme incomprensibili, lasciando spazio a ingegneri e programmatori come nuovi artisti.
Il protagonista de I venti è descritto come un «inguaribile conservatore», un nostalgico che partecipa a una manifestazione contro la chiusura di un cinema, uno degli ultimi baluardi della cultura tradizionale. La sua battaglia è vana, ignorata dai giovani che sembrano indifferenti alla scomparsa di questi luoghi. La riflessione si sposta sull’arte, diventata incomprensibile, e sulla cultura, sempre più virtuale e meno esperienziale.
La ricerca della casa diventa un viaggio interiore, un’esplorazione dei ricordi sbiaditi e delle riflessioni sulla vita. L’anziano protagonista si addormenta sulle panchine, tormentato dalle flatulenze, simbolo della decadenza fisica e della perdita di controllo. La paura di passare la notte all’addiaccio lo spinge a considerare di rivolgersi alla polizia, ma alla fine, improvvisamente, la memoria ritorna e ritrova la strada di casa.
Per orientarsi fra testo e contesto
La scomparsa di Mario Vargas Llosa segna la fine di un’era per la letteratura mondiale. La sua opera, vasta e complessa, continua a interrogare il nostro presente, offrendo spunti di riflessione sulla natura del potere, sulla condizione umana e sul ruolo della letteratura nella società. Per chi volesse approfondire la conoscenza di questo grande autore, si consiglia di iniziare con i suoi romanzi più celebri, come La città e i cani, La casa verde e La festa del caprone, per poi esplorare la sua produzione saggistica e teatrale. Un’altra opera fondamentale per comprendere il suo percorso intellettuale e politico è l’autobiografia Il pesce nell’acqua, in cui Vargas Llosa racconta la sua vita, le sue passioni e le sue disillusioni.
Per orientarsi ulteriormente nel pensiero di Vargas Llosa, può essere utile confrontare la sua opera con quella di altri grandi autori latinoamericani, come Gabriel García Márquez, Jorge Luis Borges e Julio Cortázar, con cui condivise un’epoca e un’aspirazione a rinnovare il linguaggio e le forme della narrativa. Allo stesso tempo, è interessante analizzare il suo rapporto con il pensiero liberale e la sua critica al totalitarismo, temi che ricorrono in molte delle sue opere e che lo hanno reso una figura controversa ma sempre stimolante nel panorama culturale contemporaneo.
Il discorso di accettazione del Premio Nobel per la letteratura 2010