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- Il libro David Cronenberg. Una storia di violenza, pubblicato in Italia da Wudz Edizioni, raccoglie 15 interviste al regista canadese.
- Cronenberg è noto come uno dei padri del body horror, ma la sua capacità di esplorare la mutazione fisica e la violenza va oltre questo sottogenere dell'horror.
- Nella sua filosia, il concetto di "nuova carne" è centrale, poiché serve a rappresentare il corpo come metafora della condizione umana nell'era tecnologica.
David Cronenberg, cineasta canadese di fama mondiale, è noto per la sua capacità di esplorare temi complessi e spesso controversi attraverso il cinema. La sua carriera, che si estende per oltre cinque decenni, è caratterizzata da una profonda riflessione su questioni come il disordine mentale, la violenza e il rapporto con il corpo umano. Un nuovo volume, David Cronenberg. Una storia di violenza, pubblicato da Wudz Edizioni e curato da David Schwartz, raccoglie quindici interviste rilasciate dal regista tra il 1983 e il 2015. Questo libro offre uno sguardo intimo e personale sul lavoro di Cronenberg, permettendo ai lettori di comprendere meglio la sua visione del mondo e del cinema.
Oltre il body horror, la filosofia della “nuova carne”
Considerato uno dei padri del body horror, Cronenberg ha saputo spaziare tra diversi generi cinematografici, dal drammatico al thriller psicologico, mantenendo sempre la sua visione unica. Le sue opere, come Il demone sotto la pelle, Rabid – Sete di sangue, Inseparabili e Il pasto nudo, riflettono la sua ossessione per la mutazione fisica e la violenza. Attraverso immagini forti e senza filtri, il regista interroga la natura dell’essere umano, delle sue percezioni e della sua psiche. Le interviste raccolte nel libro confermano che i film di Cronenberg non possono essere semplicemente etichettati come horror, ma sono piuttosto riflessioni profonde sul nostro rapporto con il corpo, la sessualità e la tecnologia.
Il corpo è un tema centrale nei film di Cronenberg, che spesso filma la sua trasformazione e mutazione. In Videodrome, ad esempio, il regista suggerisce la possibilità che un uomo sottoposto a immagini violente possa iniziare ad avere allucinazioni, trasformando il corpo in uno strumento controllato da un dispositivo esterno. Questa sorta di “nuova carne” è un concetto ricorrente nei suoi film, dove la malattia e la mutazione diventano metafore della condizione umana. Cronenberg interroga il significato del corpo nell’era della tecnologia e della scienza, cercando di comprendere come queste influenzino la percezione di noi stessi e del mondo.
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Per orientarsi fra testo e contesto
David Cronenberg è un autore che ha saputo trasporre le sue visioni cinematografiche anche sulla pagina scritta. Il suo romanzo Divorati, uscito in Italia per Bompiani nel 2016, si sofferma su temi simili a quelli dei suoi film, tra cui la sessualità estrema e le cospirazioni internazionali. Questo libro, alla stessa stregua delle sue opere cinematografiche, è un viaggio nell’ossessione per i corpi e gli oggetti alla scoperta delle paure e dei desideri più reconditi dell’essere umano.
In fondo, Cronenberg ci invita a riflettere su come la tecnologia e la scienza stiano ridefinendo la nostra esperienza fisica e mentale, fino a sollevare domande sulla nostra identità e sul nostro futuro. La sua capacità di sfidare l’ignoto lo rende una figura unica nel panorama culturale contemporaneo.