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- Emmanuel Carrère presenta la ristampa del suo saggio Ucronìa, pubblicato in Italia da Adelphi il 3 settembre.
- Il suo nuovo libro sarà dedicato alla storia dei suoi genitori, morti entrambi nel 2023.
- Nel corso della sua carriera la scrittura di narrativa si è intrecciata alla passione per il giornalismo.
Emmanuel Carrère, celebre autore e regista francese, ha fatto tappa a Mantova in occasione del Festivaletteratura, dal 4 all’8 settembre. Per l’occasione ha presentato la ristampa del suo saggio Ucronìa, uscito in Italia per Adelphi il 3 settembre. Il saggio, pubblicato originariamente in Francia nel 1987, indaga scenari alternativi, ponendo interrogativi su eventi storici ipotetici che non si sono mai verificati. Carrère si chiede cosa sarebbe successo se Napoleone avesse prevalso a Waterloo o se Gesù non fosse stato crocifisso. Storie parallele, che non si collocano in nessun momento specifico, ma che hanno catturato l’attenzione dei lettori per oltre 35 anni.
Carrère ha sottolineato come, nonostante siano passati decenni, il tema affrontato in Ucronìa rimanga ancora vivo e rilevante: «Trentacinque anni dopo averlo scritto, l’argomento che affronto in Ucronìa resta molto attuale» ha dichiarato. Non a caso il libro, tradotto in italiano da Federica Di Lella e Giuseppe Girimonti Greco, è considerato una delle opere più significative dello scrittore.
Il prossimo libro sulla storia della famiglia Carrère
Dopo aver indagato le storie alternative in Ucronìa, Carrère si prepara a esplorare il proprio passato con un nuovo libro dedicato alla sua famiglia. «Entrambi i miei genitori sono morti nell’anno appena passato, erano tutti e due molto anziani. Mi trovo in un momento della vita in cui mi sembra naturale volgere lo sguardo a ciò che mi ha preceduto» ha spiegato.
In precedenti interviste, Carrère aveva già accennato alla sua volontà di raccontare la sua infanzia e gli aneddoti familiari per preservare i dettagli che col tempo potrebbero andare persi. Sua madre, Hélène Carrère d’Encausse, è stata la terza donna ad essere eletta nell’Académie française, ma il loro rapporto non è stato sempre facile. Le tensioni tra madre e figlio sono state causate in parte dal fatto che Emmanuel avesse scritto in merito alla collaborazione del nonno con i tedeschi durante la seconda guerra mondiale, una collaborazione che aveva portato all’arresto e alla sparizione del nonno quando Hélène aveva solo 15 anni.
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Non solo narrativa, l’importanza del giornalismo
Oltre al suo impegno come scrittore, Carrère considera altrettanto importante il suo lavoro da giornalista. A Mantova ha sottolineato infatti l’importanza del giornalismo nella sua vita, affermando che «il giornalismo non lo considero una forma inferiore o subalterna alla letteratura, ma un genere letterario a pieno titolo». Tando da considerarlo «un mezzo molto prezioso per andare verso l’esterno, fuori dalla mia zona di comfort, per scoprire persone e situazioni che altrimenti non incontreresti». Una dichiarazione che fa capire da dove nasca la sua capacità di combinare narrativa e giornalismo in opere di grande impatto e profondità. Il progetto sulla sua storia familiare è l’ennesima conferma di uno stile che cerca a mettere insieme queste due forme di scrittura.
Per orientarsi fra testo e contesto
Il lavoro di Emmanuel Carrère, come scrittore e come giornalista, offre una prospettiva inedita sulla realtà e sull’immaginazione. La sua attitudine a esplorare scenari ipotetici e a raccontare storie personali con grande sensibilità lo rende una figura di spicco nel panorama letterario contemporaneo.
Per i lettori occasionali, un consiglio di lettura correlato potrebbe essere L’avversario (Adelphi, 2000), un altro libro di Carrère che si sofferma sulla complessità della natura umana attraverso la storia vera di Jean-Claude Romand, un uomo che ha vissuto una vita di menzogne.
Per i lettori più esperti, potrebbe essere interessante approfondire il concetto di “ucronia”, cioè della storia fatta con i “se”, attraverso opere di altri autori che hanno esplorato mondi alternativi. Esempio significativi sono La svastica sul sole di Philip K. Dick (Fanucci Editore, 1962), che immagina un mondo in cui le potenze dell’Asse vincono la seconda guerra mondiale, o Contro-passato prossimo di Guido Morselli (Adelphi, 2016) in cui si ipotizza che la Prima guerra mondiale abbia avuto un esito opposto a quello effettivo.