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- L’ultima proroga è il nuovo romanzo di Massimo La Pegna pubblicato nel 2025 da Algra Editore.
- La narrazione segue un protagonista che sfida un sistema di potere oppressivo, simbolo di resistenza per molti lavoratori precari.
- Il libro è arricchito da una prefazione del professore Giambattista Scirè, noto per il suo lavoro su Mala università.
A fine marzo 2025 è uscito il romanzo di Massimo La Pegna, L’ultima proroga, pubblicato da Algra Editore. Il racconto segue le vicende di un lavoratore che, sfidando le convenzioni, si oppone a un gruppo di potere. Dopo aver subito numerose ingiustizie e affrontato lunghe battaglie legali, il protagonista, ormai esausto, decide di cambiare radicalmente la sua vita. La Pegna non solo racconta le assurdità e i paradossi del mondo del lavoro, ma dipinge anche un quadro vivido della bellezza di un territorio, intrecciando memoria, tradizioni e il rapido susseguirsi delle stagioni.
Il romanzo si apre con un protagonista che si trova in una situazione di stallo, intrappolato in un sistema che premia la sottomissione e punisce l’integrità. La sua lotta contro le ingiustizie diventa un simbolo di resistenza e speranza per tutti coloro che si trovano in situazioni simili. La Pegna dedica il volume a tutti i professionisti con contratti precari che, pur nelle avversità, continuano a esercitare la propria mansione con impegno e passione.
Il potere della narrazione
La Pegna utilizza la narrativa come strumento per criticare le dinamiche di potere che permeano la società contemporanea. Attraverso il suo protagonista, l’autore mette in luce come il potere possa essere esercitato in modo subdolo e oppressivo, ma anche come la determinazione e la resilienza possano portare a una giusta conclusione, anche se solo nei sogni. Le descrizioni dettagliate del territorio fungono da sfondo alle vicende del protagonista, creando un contrasto tra la bellezza naturale e la bruttezza delle ingiustizie sociali.
La prefazione del libro è affidata al professore Giambattista Scirè, storico e scrittore, noto per il suo lavoro di ricostruzione del sistema di potere accademico nel libro Mala università (Chiarelettere). Scirè, attraverso la sua prefazione, propone una prospettiva critica e informata che arricchisce ulteriormente il contesto del romanzo, sottolineando l’importanza di discutere apertamente le dinamiche di potere che influenzano la nostra società.
Un’opera di impegno sociale
Massimo La Pegna, nato a Grosotto, provincia di Sondrio, nel 1962 e residente a Vittoria, in provincia di Siracusa, è un autore che ha sempre mostrato un forte impegno sociale nelle sue opere. Laureato in Scienze dell’educazione e della formazione, La Pegna si occupa di sicurezza nei luoghi di lavoro e formazione, e questo background si riflette chiaramente nei temi trattati nei suoi libri. Tra le sue opere edite più recentemente, troviamo Stasíra mi rikóverunu (2024), Donna Vincenza (2023, 2a ed.), oltre a Ti sistemo io, Come fuochi d’artificio, Sulla stessa spiaggia 10 luglio 1983, e La riviera.
In L’ultima proroga, La Pegna continua a toccare temi di rilevanza sociale, utilizzando la narrativa per stimolare la riflessione e il dibattito. La copertina del libro, tratta da un’opera di Rosario Magrì, aggiunge un ulteriore tocco visivo al romanzo, mentre la prefazione di Scirè fornisce un contesto critico che arricchisce la lettura.
Per orientarsi fra testo e contesto
L’ultima proroga si inserisce in un filone letterario che esplora le dinamiche del potere e le sfide del lavoro precario. La Pegna, con il suo stile diretto e provocatorio, invita i lettori a riflettere sulle proprie esperienze e sulle ingiustizie che possono incontrare nel loro percorso lavorativo.
L’opera di La Pegna si collega a una tradizione di narrativa sociale che mira a illuminare le sfide quotidiane affrontate da molti. Per chi ha apprezzato le sue opere precedenti, come Donna Vincenza o Sulla stessa spiaggia 10 luglio 1983, L’ultima proroga rappresenta un ulteriore passo avanti nella sua esplorazione delle complessità umane e sociali, una provocazione su come le storie di resistenza e determinazione possano ispirare cambiamenti reali, sia a livello personale che collettivo.