Primavera d’autore, un tributo poetico nel cuore della Brianza

Arriva la seconda edizione di “Primavera d’autore”, una rassegna dedicata a tre voci emblematiche della poesia italiana del Novecento: Alda Merini, Giovanni Raboni e Antonia Pozzi. L’evento, organizzato dall’Associazione Storico-Culturale Sant’Agostino, si svolgerà a Cassago Brianza, un borgo lombardo ricco di storia e spiritualità, noto per aver ospitato Sant’Agostino nel IV secolo d. C. Questa iniziativa culturale si propone di riscoprire e valorizzare il patrimonio poetico di questi autori, offrendo al pubblico un’occasione per immergersi nella bellezza e nella profondità dei loro versi.

La scelta di Cassago Brianza come sede della rassegna non è casuale. Questo luogo, immerso nel cuore della Brianza, affonda le sue radici nel Neolitico, come testimoniano i reperti archeologici rinvenuti nel territorio. In epoca romana, Cassago divenne un importante centro agricolo e commerciale, grazie alla sua posizione strategica lungo la via che collegava Milano a Como. Nel IV secolo d. C. Cassago divenne un luogo di ritiro spirituale per Sant’Agostino, che qui trascorse un periodo cruciale della sua vita, dedicandosi alla riflessione filosofica e alla stesura di alcune delle sue opere più importanti, come i Dialoghi e i Soliloqui.

La presenza di Sant’Agostino ha lasciato un’impronta indelebile nel territorio, trasformando Cassago in un luogo simbolo di spiritualità e di ricerca interiore. La devozione verso il santo è ancora oggi molto sentita nella comunità locale, che ogni anno celebra la sua festa con solennità e partecipazione.

Il programma della rassegna “Primavera d’Autore”

Primo appuntamento

“Primavera d’Autore” si aprirà il 21 marzo 2025, in occasione della Giornata mondiale della poesia, con un evento speciale dedicato ad Alda Merini. Nata a Milano il 21 marzo 1931 e scomparsa il 1 novembre 2009, Alda Merini è una delle voci più intense e originali della poesia italiana del Novecento. La sua vita è stata segnata da sofferenza e da periodi di ricovero in ospedale psichiatrico, esperienze che hanno profondamente influenzato la sua opera. Le sue poesie sono un grido di dolore, ma anche un inno alla vita e alla bellezza, una testimonianza della forza dell’anima umana di fronte alle avversità. Tra le sue opere più importanti si ricordano Terra Santa (Scheiwiller, 1984), Testamento (Crocetti, 1988) e La presenza di Orfeo (SE, 1993).

La serata in suo onore, intitolata “Ombre e Ciclamini”, sarà un concerto letterario che vedrà alternarsi sul palco artisti di diversa estrazione, uniti dalla passione per la poesia e dalla volontà di rendere omaggio alla figura della poetessa. Tra i protagonisti della serata spiccano il maestro Vincenzo Zitello, virtuoso dell’arpa celtica, che con le sue melodie suggestive creerà un’atmosfera magica e coinvolgente. Insieme a lui ci sarà il violinista Fulvio Renzi, noto per le sue interpretazioni intense e appassionate. Al duo si unirà la poetessa Antonetta Carrabs, voce sensibile del panorama contemporaneo, che leggerà alcune delle poesie più significative di Alda Merini. Infine, la saggista Elisabetta Motta, profonda conoscitrice dell’opera della poetessa milanese, ne illustrerà la vita e il percorso artistico.

Secondo appuntamento

Il 4 aprile 2025, la rassegna proseguirà con un evento dedicato a Giovanni Raboni, un altro grande poeta del Novecento italiano. L’incontro si concentrerà sul suo stile inconfondibile nel tradurre le emozioni in versi, sulla sua capacità di cogliere l’essenza dell’animo umano e di trasformarla in poesia. Giovanni Raboni, nato a Milano il 24 gennaio 1932 e scomparso il 16 settembre 2004, è stato uno dei poeti più importanti e influenti del secondo dopoguerra. La sua poesia è caratterizzata da un linguaggio colto e raffinato, da una profonda conoscenza della tradizione letteraria e da una grande attenzione alla realtà contemporanea. Tra le sue opere più importanti si ricordano Il catalogo è questo (Mondadori, 1961), Le case della Vetra (Einaudi, 1966) e Quare tristis (Garzanti, 1998).

Terzo appuntamento

La rassegna si concluderà il 15 aprile 2025 con un incontro dedicato ad Antonia Pozzi, una poetessa dalla voce intensa e tormentata, la cui opera, purtroppo a lungo dimenticata, continua a toccare le corde più profonde dell’animo umano. Ivano Gobbato guiderà il pubblico alla scoperta della sua vita e della sua produzione poetica, sottolineando l’importanza di preservarne la memoria. Antonia Pozzi, nata a Milano il 13 febbraio 1912 e scomparsa il 3 dicembre 1938, è stata una poetessa dalla sensibilità acuta e profonda, capace di esprimere con intensità le gioie e i dolori dell’esistenza. La sua vita è stata segnata da una profonda malinconia e da un senso di solitudine che si riflettono nelle sue poesie. Tra le sue opere più importanti si ricordano Parole (Il Saggiatore, 1939) e Diari 1933-1938 (SE, 1993).

Per orientarsi fra testo e contesto

La rassegna “Primavera d’Autore” rappresenta un’occasione preziosa per riscoprire e valorizzare il patrimonio poetico italiano del Novecento. Attraverso un programma ricco di eventi e di iniziative culturali, la rassegna si propone di avvicinare il pubblico alla poesia di Alda Merini, Giovanni Raboni e Antonia Pozzi. La scelta di Cassago Brianza come sede dell’evento conferisce alla rassegna un’aura di sacralità e di profonda connessione con il passato, creando un dialogo tra la storia del borgo e la poesia dei tre autori.

Alda Merini, con la sua poesia cruda e intensa, ci ha regalato versi indimenticabili, come quelli raccolti in Aforismi e Magie (Rizzoli, 1999), un’opera che raccoglie pensieri fulminanti e riflessioni profonde sulla vita, sull’amore e sulla follia. Giovanni Raboni, con il suo stile elegante e raffinato, ci ha offerto una visione lucida e disincantata della realtà contemporanea, come emerge dalla sua raccolta Canzonette mortali (Rizzoli, 1994), un testo che affronta temi come la morte, la malattia e la perdita con ironia e profondità. Antonia Pozzi, dodata di una sensibilità acuta e profonda, ci ha lasciato poesie delicate e malinconiche, come quelle raccolte in L’età oscura (Garzanti, 1987), uno scrigno che rivela quei sentimenti di solitudine, di angoscia e di smarrimento che hanno segnato la sua breve esistenza.