E-Mail: [email protected]
- Il romanzo La notte di Ferrara di Pierre-Jean Remy è l’unica opera dell’autore tradotta in italiano.
- Il protagonista è un collezionista bibliofilo, ossessionato da un dipinto esposto al Palazzo dei Diamanti.
- La città di Ferrara diventa un simbolo di un viaggio interiore tra sogno e realtà.
La notte di Ferrara di Pierre-Jean Remy (Gammarò Edizioni, 2024), è un’opera che fonde sogno e realtà nel suo tessuto narrativo. Remy, pseudonimo di Jean Pierre Angremy (Angoulême, 21 marzo 1937 – Parigi, 28 aprile 2010) conduce il lettore attraverso le nebbie di Ferrara, una città che diventa il palcoscenico di un’esperienza onirica ricca di significati. Il protagonista, un collezionista bibliofilo, si trova nella città estense per accompagnare un dipinto a lui caro, il ritratto di Mathilde, esposto al Palazzo dei Diamanti. Ferrara, con le sue mura bionde e le notti nere, diventa un luogo di introspezione e scoperta, dove il tempo sembra rimanere sospeso tra passato e presente.
Il fascino della notte a Ferrara
Ferrara diventa così il simbolo del viaggio interiore del protagonista. Le sue strade, i suoi archi e i suoi palazzi si trasformano in un labirinto di memorie e presenze. La città degli Este, di Ariosto e di Bassani, si anima di figure storiche e immaginarie, in un dialogo tra realtà e fantasia. Il protagonista si perde tra le ombre delle notti ferraresi, accompagnato dai ricordi di personaggi come Micol del Giardino dei Finzi-Contini e dalle ombre delle deportazioni delle SS. L’itinerario del protagonista si converte in un’occasione per riflettere su sé stesso, sulle sue ossessioni e sui desideri inespressi, in un continuo confronto con il passato e le sue illusioni.
- Una fusione affascinante di sogno e realtà... 🌌...
- Troppo malinconico e lontano dalla realtà... 😕...
- Una riflessione su città e identità sottilmente intrecciata... 🔍...
Malinconia e fantasmi del passato
Il racconto di Remy, nella traduzione dal francese di Maria Luisa Santi, evoca una malinconia profonda, dove passioni amorose convivono con fantasie irrealizzabili ed esperienze passate. Il personaggio principale è ossessionato dal dipinto di Mathilde in una sorta di malattia mentale con cui sperimenta un distacco emotivo colmo di sofferenza. Il dipinto, che ritrare la bellezza innocente, contrasta dolorosamente con la vita vuota del protagonista. Le due notti trascorse nella città estense lo obbligano ad affrontare i mostri che si nascondono nella sua anima travagliata, insieme ai suoi vecchi fantasmi. Con le sue forme rigidamente ordite e cariche d’inquietudine, Ferrara è lo scenario perfetto in cui tutto questo accade, in cui avviene lo sgretolarsi delle immagini illusorie che nutrono lo sguardo del collezionista.
Per orientarsi fra testo e contesto
In La notte di Ferrara l’autore, attraverso la sua scrittura raffinata, propone una visione del mondo in cui il passato e il presente si intrecciano in un gioco di specchi. Il protagonista, con le sue ossessioni e i suoi desideri, incarna le nostre stesse inquietudini e aspirazioni. La città di Ferrara, con la sua storia e le sue leggende, rappresenta il luogo ideale per esplorare questi temi.
Pierre-Jean Remy ci guida in una lettura feconda, che stimola la riflessione sul significato che, nella vita, hanno le nostre scelte. La notte di Ferrara è un tassello di un percorso letterario che contiene numerose pubblicazioni. Si tratta dell’unica opera di Remy tradotta in italiano, fatta eccezione per Orient-Express, pubblicata nel 1988 da Rizzoli. Gammarò Edizioni, oggi parte della casa editrice Oltre, ha sempre creduto in questo romanzo, visto che la sua prima uscita risale al 2016.