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- In occasione di BookCity 2024 Daniel Pennac ha presentato il suo ultimo libro, Il mio assassino.
- L'opera si sviluppa con una struttura a scacchiera, alternando esperienze personali e con altre immaginarie.
- Al centro della sua ricerca c'è l'esplorazione del tema del tempo senza fine nell'infanzia e della percezione del tempo nell'adolescenza.
Daniel Pennac e il tempo. Qual è il suo legame con la scrittura? L’autore lo ha spiegato durante l’edizione 2024 di Bookcity Milano in cui ha presentato il suo ultimo libro, Il mio assassino (Feltrinelli, 2024). In una conversazione con Stefano Bartezzaghi, l’autore francese ha parlato del tema della scrittura come strumento per riscoprire l’infanzia grazie alla capacità di far immergere in un tempo senza fine. Il libro è un’autobiografia mascherata da romanzo in cui un giovane rapisce se stesso per pagarsi studi da gangster. Pennac mette in evidenza che il finale non ha peso: un commento che invita i lettori a godere del percorso narrativo anziché della meta finale.
Lo scrittore ha avuto modo di sottolineare che la sua opera è un insieme di capitoli disposti come una scacchiera, che alternano esperienze personali con esperienze dei personaggi. Questo stile evidenzia il suo approccio alla scrittura, dove la realtà e l’immaginazione si intrecciano dando vita a una narrazione originale. Molti dei suoi conoscenti ad esempio hanno influenzato i suoi personaggi. L’amica ed editrice Isabelle Jan, per fare un nome, ha ispirato il personaggio di Regina Zabo nel romanzo La prosivendola.
I bambini e il tradimento degli adulti
Un tema predominante nel nuovo libro di Pennac è la dinamica tra bambini e adulti, argomento che l’autore ha esplorato con un racconto autobiografico. Ha ricordato come a dieci anni la lettura del Mateo Falcone di Prosper Mérimée abbia suscitato un forte risentimento verso gli adulti. La vicenda di Fortunato, un ragazzo divenuto vittima per mano del padre dopo essere stato corrotto, ha lasciato un segno indelebile in Pennac, che ne ha ricavato uno sguardo critico sulla falsità degli adulti che, pur predicando l’onore, agiscono poi per tornaconto personale.
Pennac ha affermato come attraverso la scrittura riesca a tornare a una visione infantile del tempo, dove le necessità ordinarie svaniscono in una dimensione senza tempo. Questo ritorno all’infanzia gli permette di librarsi nelle acque della creazione, dimenticando i doveri quotidiani. «Quando un bambino gioca, entra in un tempo che non si ferma» ha affermato.
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Pennac e il tempo della transizione
Pennac ha anche sondato il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, raccontando come il tempo dell’infanzia evolva in una sensazione di continuità eterna nell’adolescenza. Gli adolescenti, a suo avviso, vivono in una parentesi di presente costante, in cui il tempo sembra scorrere lentamente. Questo cambiamento nella percezione del tempo influenza il modo in cui gli adolescenti vedono gli adulti, non più come divinità ma come carcerieri.
In sostanza, la sua lealtà al romanzo risiede nella possibilità di riscoprire l’infanzia attraverso la scrittura. Questo processo consente a Pennac di investigare la percezione senza tempo dell’infanzia mentre affronta le sfide psicologiche e morali dell’adolescenza. Pennac ha ribadito come la scrittura gli permetta di navigare tra queste fasi dell’esistenza, proponendo una visione singolare del tempo e dell’essere umano.
Per orientarsi fra testo e contesto
Daniel Pennac, attraverso il suo nuovo libro Il mio assassino, ci spinge a considerare il significato del tempo e l’importanza di coltivare la capacità immaginativa. La sua investigazione del legame tra infanzia e maturità ci ricorda che, nonostante le prove della vita adulta, è possibile ritornare a quella prospettiva di eternità tipica dell’infanzia. Con la sua scrittura, Pennac ci apre le porte a un mondo dove il reale e l’immaginario si fondono, consentendoci di esplorare nuovi orizzonti e di riscoprire il lato più genuino di noi stessi.
Le opere precedenti di Pennac, come La prosivendola e L’occhio del lupo, hanno già dimostrato la sua abilità nel dare vita a personaggi intensi e narrazioni accattivanti. Con Il mio assassino l’autore continua a indagare su temi profondi con il suo stile inconfondibile. In un’epoca in cui il tempo a propria disposizione sembra essere sempre meno, Pennac ci ricorda che la possibilità di tornare alla dimensione dell’infanzia è possibile scrivendo e leggendo.